L’operazione di rafforzamento patrimoniale di Carige che sarà esaminata oggi dal board dell’istituto prevede diverse opzioni e potrebbe contemplare l’intervento del Fitd, il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, che si riunirebbe proprio oggi per esaminare la questione.
Secondo fonti di stampa, infatti, l’operazione prevedrebbe da una parte l’emissione del bond subordinato, necessario a riportare il livello dell’indice Tcr al 13,125% richiesto dalla soglia Srep 2018, e dall’altra un aumento di capitale, che potrebbe essere varato anche nella primavera del 2019.
Secondo le più recenti indiscrezioni, l’emissione di titoli subordinati potrebbe essere superiore ai 200 milioni previsti, che rappresentavano la quota minima per il ripristino del livello richiesto dalla vigilanza.
L’ammontare potrebbe essere, invece, vicino ai 400 milioni ed essere finanziato per circa 300 dal Fitd, mentre la restante parte dovrebbe essere supportata dagli attuali azionisti.
Il principale socio, la famiglia Malacalza, avrebbe dato la propria disponibilità a versare 50 milioni sulla base delle adesioni anche degli altri azionisti, ma nessuno ha preso ancora impegni.
L’aumento di capitale, da circa 400 milioni, da varare la prossima primavera potrebbe fornire le risorse finanziarie per il rimborso dei titoli sottoscritti dal Fitd, rendendo quindi l’intervento un finanziamento temporaneo, per soccorrere un’emergenza e non un versamento a fondo perduto.
Si tratta tuttavia solo di ipotesi, anche perché la situazione deve trovare il consenso dei diretti interessati.
In ogni caso, il piano dovrà avere anche la benedizione della Bce, a cui i vertici dell’istituto dovranno presentare entro il prossimo 30 novembre il nuovo piano di conservazione del capitale.
Una volta superata l’attuale emergenza, l’istituto avrà anche il tempo per la ricerca di un partner. Una soluzione che per la Bce pare imprescindibile.
Intanto il titolo a Piazza Affari è stato sospeso in attesa dei comunicati.