Archivia le cinque sedute borsistiche in rosso del 2,9% l’indice settoriale della moda che sottoperforma così la contrazione dello 0,8% del corrispondente indice europeo di riferimento. Chiude in territorio negativo anche Piazza Affari (-0,7%).
Uno studio sul settore del lusso pubblicato da Ernst & Young prevede che nel prossimo triennio la crescita sarà del 3% l’anno a livello mondiale, mentre più decisa, tra il 7% e l’8%, sarà la spinta del segmento premium e entry-to-luxury, che ha una fascia di prezzo più accessibile.
Tra le Big, perde il 6,4% Moncler dopo la seduta di vendite registrata venerdì. Una performance in scia al calo registrato dall’intero settore del lusso a livello continentale, che sconta i risultati al di sotto delle stime ottenuti nel primo semestre del colosso dell’orologeria svizzero Richemont, a seguito de rallentamento della domanda cinese sui beni di lusso, e riaccendono i timori di una frenata delle vendite in un mercato chiave come quello del Paese del Dragone.
In settimana la maison del lusso ha inaugurato il primo temporary store a Londra per la collezione Genius Grenoble e ha annunciato l’apertura della prima boutique in Messico.
Cede il 2,6% Ferragamo. Non basta la seduta in controtendenza registrata venerdì dopo la pubblicazione dei conti del terzo trimestre 2018, che evidenziano un incremento del 3,9% a 298,2 milioni del fatturato, ben sostenuto dalle vendite realizzate in Cina, non rallentate dai timori di una guerra commerciale, dalla crescita a doppia cifra delle vendite della divisione della pelletteria e dall’exploit del fatturato realizzato tramite il canale wholesale che ha dato i primi segnali positivi dopo la razionalizzazione del canale.
In profondo rosso Tod’s (-15,6%) dopo i ricavi del 3Q18, scesi del 4,2% a 229,1 milioni. Pesano le riduzioni del giro d’affari delle collezioni targate Tod’s e Hogan.
Performance borsistica che risente anche del downgrade, da Hold a Sell e taglio del tp da parte degli analisti di Sociètè Genèrale.
Tra le società meno capitalizzate, chiude flat Aeffe dopo i conti del terzo trimestre 2018. Periodo durante la quale i ricavi sono saliti del 10% spinti dai buoni risultati registrati in Italia e Resto del Mondo, il miglioramento di entrambi i margini operativi e la crescita del 7% dell’utile netto.
Un risultato che attesta i risultati dei nove mesi a +12,6% a 264,6 milioni i ricavi, a +22% a 30,4 milioni l’Ebitda. Balzo dell’utile di gestione del 35% a 16,1 milioni.
Dal lato patrimoniale, al 30 settembre 2018 l’indebitamento finanziario netto si attesta a 39,1 milioni (50,6 milioni al 31 dicembre 2017).
Positiva la guidance per il 2018, con la raccolta ordini della stagione Primavera/Estate 2019, che ha già segnato un incremento del 6%, alimentando così la prospettiva di crescita di medio-lungo termine.