Nel periodo gennaio – settembre 2018, Terna ha riportato ricavi consolidati pari a 1,6 miliardi, in aumento del 3,5% su base tendenziale.
Nel dettaglio, il fatturato del gruppo ha beneficiato soprattutto dell’andamento positivo del business regolato (circa il 91% del totale ricavi) per circa 1,5 miliardi (+1,6% su base tendenziale), grazie alla crescita dei ricavi tariffari in relazione al maggior corrispettivo di trasmissione (aggiornamento tariffa, perimetro RTN e volumi di energia trasportata).
Il business non regolato ha apportato ricavi per aumentati del 23,5% a 138,1 milioni, una dinamica su cui si è riflesso soprattutto l’incremento delle vendite del gruppo Tamini e l’avanzamento del progetto dell’Interconnector privato Italia-Francia.
Il business internazionale è incrementato di 5,1 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2017 sostanzialmente grazie alle attività di investimento per progetti in concessione in Brasile (+5,5 milioni).
A livello di risultati operativi, l’Ebitda si attesta a 1,2 miliardi, sostanzialmente in linea con il pari periodo del 2017, scontando costi operativi aumentati dell’8,7% a 394,8 milioni relativi al settore non regolato e all’avvio di nuovi piani di manutenzione sulla rete
del gruppo (business regolato).
Dopo la contabilizzazione di ammortamenti e svalutazioni pari a 400,1 milioni, aumentati del 2,5% per l’entrata in esercizio di nuovi impianti, l’Ebit si fissa a 830 milioni (+1,6% rispetto a pari periodo 2017).
L’utile netto del periodo aumenta del 3,4% a 545 milioni, grazie al minor peso della gestione finanziaria (oneri finanziari netti in calo del 2,2% a 66,8 milioni) e delle imposte (-1,5%), che hanno ridotto il tax rate di un punto percentuale al 28,6 per cento.
Il conto economico si chiude infine con un utile di pertinenza del gruppo pari a 541,5 milioni, in progresso del 2,4% rispetto al corrispondente periodo del 2017.
Sul fronte patrimoniale, al 30 settembre 2018 l’indebitamento finanziario netto si esprime in circa 7,6 miliardi, in calo di circa 204 milioni rispetto all’ammontare a fine anno 2017. Una dinamica che è stata possibile grazie alla liquidità generata dalle attività operative (1.073,5 milioni), solo in parte assorbita da investimenti complessivi per 561,4 milioni e dalla distribuzione del saldo dividendo 2017 per 292,9 milioni.
Gli investimenti complessivi dei primi nove mesi del 2018 sono stati pari a 561,4 milioni (+3% su base annua) e hanno riguardato soprattutto l’avanzamento dei cantieri per le interconnessioni elettriche Italia-Montenegro e Italia-Francia, nonché i lavori per la realizzazione del collegamento sottomarino nella Laguna Veneta.