Il gruppo Unipol, nei primi nove mesi del 2018, ha contabilizzato premi lordi consolidati per 8,6 miliardi (+5,1% rispetto al periodo di confronto). Il periodo in esame si è chiuso con un utile netto di 843 milioni, comprensivo della plusvalenza derivante dalla cessione di Popolare Vita (309 milioni), a fronte del rosso di 229 milioni del periodo gennaio-settembre 2017, che però incorporava gli effetti della ristrutturazione del comparto bancario (-780 milioni). Al netto delle disomogeneità il risultato bottom line è in crescita.
Nel periodo gennaio-settembre 2018, la raccolta assicurativa di Unipol a livello consolidato si è fissata a 8,6 miliardi (+5,1% rispetto al corrispondente periodo del 2017).
Nel dettaglio, la raccolta premi riferita al ramo vita è risultata pari a 3,1 miliardi (+16,6% rispetto ai primi nove mesi del 2017), trainata dal reparto bancassurance.
In riferimento al segmento danni, la raccolta è rimasta stabile rispetto all’anno precedente a 5,6 miliardi. Sia il ramo auto sia quello non auto hanno mantenuto una raccolta in linea col periodo gennaio-settembre 2017, attestandosi rispettivamente a 3,1 miliardi e a 2,5 miliardi. Il Combined ratio è pari al 94,5% (96,8% nel periodo di confronto).
Il risultato ante imposte del comparto bancario è stato positivo per 27 milioni contro il rosso di 941 milioni dei primi nove mesi dell’esercizio 2017, che risentiva degli effetti pari a 780 milioni del piano di ristrutturazione avviato con la semestrale 2017. Il risultato normalizzato era pari a 4 milioni nei primi nove mesi del 2017.
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 843 milioni, a fronte del rosso di 229 milioni nei primi nove mesi del 2017, dovuto ai suddetti effetti economici conseguenti al piano di ristrutturazione del comparto bancario.
Escludendo nei due periodi in esame gli effetti delle componenti non ricorrenti, il risultato netto consolidato nei primi nove mesi del 2018 si sarebbe attestato a 522 milioni, in crescita rispetto ai 508 milioni del periodo di confronto.
Sul fronte della solidità patrimoniale, il Solvency II ratio è pari al 161% (166% al 31 dicembre 2017), mentre il patrimonio netto scende a 6,7 miliardi (7,5 miliardi a fine 2017).
Quanto alla diminuzione del patrimonio netto il gruppo spiega in una nota che: “Gli effetti incrementativi legati al risultato economico conseguito nel periodo sono stati più che compensati dal calo della riserva da valutazione dei titoli classificati Afs, legato al rialzo dello spread sui titoli governativi italiani, dalla distribuzione dei dividendi, dalla diminuzione del patrimonio di terzi derivante dal deconsolidamento di Popolare Vita e dagli effetti di prima applicazione dell’Ifrs9 sulle società facenti parte del gruppo bancario Unipol”.