Il gruppo Malacalza, principale socio dell’istituto ligure con il 28%, e Gabriele Volpi, secondo azionista con il 9%, per il momento hanno detto no alla sottoscrizione del bond subordinato. Raffaele Mincione (5,4%) ha proposto la sottoscrizione di titoli per 20 milioni a condizione che abbiano “un’adeguata redditività”.
La messa in sicurezza di Carige, come l’ha definita il presidente Pietro Modiano, è affidata alle altre banche del sistema, mentre i principali soci preferiscono stare alla finestra.
Dalla famiglia Malacalza, primo azionista dell’istituto di credito con il 28%, e dal gruppo Volpi, che detiene il 9%, non è arrivato alcun impegno per la sottoscrizione del bond che darà a Carige la necessaria boccata di ossigeno per proseguire senza affanno l’attività e permetterà di recuperare i livelli di coefficienti patrimoniali minimi richiesti dalla Vigilanza.
L’altro importante socio, Raffaele Mincione, che possiede il 5,4%, si è fatto avanti, invece, con una proposta di sottoscrivere un ammontare pari a 20 milioni di bond subordinati alla condizione che abbiano “un’adeguata redditività da concordare tra le parti”.
Modiano resta possibilista sul no di Malacalza. “Malacalza Investimenti non ha fatto che ribadire l’impegno e la vicinanza alla banca ma di fronte all’incombere delle scadenze ha detto: per favore no ci devo ragionare”, ha spiegato nella conferenza il presidente della banca, “questo ci ha messo in difficoltà ma tale atteggiamento non corrisponde a un disimpegno che ci è stato ribadito a voce e per iscritto e che vedremo come si concretizzerà”.
D’altro canto, Modiano ribadisce di avere ottimi rapporti con il principale socio e che la decisione di procedere a un’operazione di maggiori dimensioni rispetto ai 200 milioni previsti inizialmente, effettuata per risolvere la questione in modo definitivo, ha avuto un’evoluzione rapida. Per questo i soci si sono trovati di fronte a scadenze imminenti e decisioni importanti da prendere in tempi stretti.
Sulla proposta di Mincione, Modiano ha invece commentato: “abbiamo avuto una manifestazione di un certo interesse per la sottoscrizione del bond, per quanto riguarda la sua parte, ma a certe condizioni che al momento non siamo stati neanche in grado di esaminare”.