Giornata complicata per i listini americani i quali, dopo una partenza già negativa, accelerano le perdite in concomitanza con la chiusura dei mercati europei. Vani e diversi i tentativi di rimbalzo nelle ore successive, naufragati nella mezz’ora finale e chiusura ad un soffio dai minimi intraday.
La caduta di Apple, la quale risente di un giudizio negativo di un analista cinese, pesa anche sul Dow Jones (-2,3%) in calo di 600 punti e sullo S&P 500 (-2%). Russell 2000 in calo anch’esso di due punti percentuali mentre il VIX balza del 18% a 20,45 punti.
A pesare sull’umore di Wall Street è stato anche l’ulteriore apprezzamento del dollaro che si erge fino a 1,124 nei confronti dell’euro sui reiterati timori delle conseguenze per la guerra commerciale e sulle indiscrezioni di nuove tariffe da parte dell’amministrazione Trump sul settore auto.
Il comparto tecnologico soffre una brutta seduta (-3,5%) che riporta lo S&P 500 al di sotto della media mobile a 200 giorni che ieri passava per quota 2.762 punti e manda in negativo anche il Nasdaq da inizio mese.
In calo tutti i componenti del gruppetto dei FAANG da Facebook (-2,4%) a Google (-2,6%), da Netflix (-3,1%) ad Amazon (-4,1%) con quest’ultima che appesantisce il settore dei consumi discrezionali (-2,3%).
Tra gli altri titoli, Goldman Sachs scende del 7,5% al minimo degli ultimi due anni sulla richiesta di risarcimento del governo malese per 600 milioni di dollari nella gestione di un fondo locale.
Infine, non si ferma la discesa di General Electric che perde il 6,9% scendendo anche sotto quota $8.
Il petrolio fallisce il tentativo di rimbalzo che lo aveva portato a 61,5 dollari a metà seduta e chiude in calo di un punto percentuale a $58,95, in scia alle critiche del presidente Trump all’Arabia Saudita per la decisione di tagliare la produzione di un milione di barili al giorno.
Mercato obbligazionario chiuso, invece, per il Veterans Day.