Zucchi archivia i primi nove mesi 2018 con il fatturato in crescita del 13,1% a 60,4 milioni rispetto all’analogo periodo dell’esercizio precedente.
Una dinamica riconducibile principalmente a un importante ordine ricevuto da parte di un cliente del canale promozionale, oltre all’andamento positivo delle filiali commerciali.
Una corretta gestione dei costi societari ha consentito di ottenere un miglior risultato sia in termini di Ebitda adjusted e, conseguentemente, di Ebit adjusted. Infatti, il margine operativo lordo rettificato degli oneri e proventi non ricorrenti e di ristrutturazione ha segnato una crescita del 26,6% a 6,3 milioni, mentre l’Ebit si è attestato a 4,4 milioni (+20%).
Cambia segno la gestione finanziaria, passando da proventi a oneri per 0,07 milioni.
Dopo aver contabilizzato oneri non ricorrenti e di ristrutturazione per 0,06 milioni (proventi per 0,17 milioni nei 9M 2017), il risultato netto di gestione si esprime in un utile di 2,9 milioni, sostanzialmente in linea a quello registrato nel pari periodo 2017.
Al 30 settembre 2018, l’indebitamento finanziario netto si attesta a 77,4 milioni, in aumento di circa 0,7 milioni rispetto all’indebitamento di fine dicembre 2017.
L’indebitamento finanziario netto ed il patrimonio netto consolidato non recepiscono ancora la remissione del debito (pari a circa 49,6 milioni) da parte delle banche finanziatrici a favore della capogruppo, pur essendosi verificato il perfezionamento delle condizioni sospensive della remissione.
Si segnala a tal proposito che, il passaggio in giudicato del decreto di omologazione dell’accordo di ristrutturazione, e la realizzazione delle condizioni sospensive previste nello stesso, hanno determinato l’efficacia dell’accordo in data 18 maggio 2016 consentendo la remissione del debito bancario a favore della Vincenzo Zucchi.
Per effetto della remissione del credito da parte delle Banche Finanziatrici la posizione finanziaria netta proforma, simulando gli effetti dell’accordo di ristrutturazione, sarebbe pari a 27,8 milioni, inclusivo del Debito Trasferito come non corrente, pari a 30 milioni, da conferire con gli immobili nel SPV o nel fondo immobiliare.