Avvio difficile per il comparto bancario a Piazza Affari. A circa mezz’ora dall’apertura delle contrattazioni il Ftse Italia Banche lascia sul terreno l’1,3 per cento.
L’andamento risente dell’allargamento dello spread a 315 pb dai 303 pb di ieri (fonte Mts Markets). Il tutto dopo che nella lettera di risposta alla Commissione Europea, che doveva essere inviata entro ieri, il Governo ha confermato i target fissati nell’attuale versione della legge di Bilancio, nonostante i solleciti di Bruxelles a cambiarli in quanto in contrasto con le regole comunitarie.
Nel 2019 il tasso di crescita del Pil è mantenuto all’1,5% (1,6% nel 2020), mentre il rapporto deficit Pil al 2,4% (2,9% le stime della Commissione UE).
Il rapporto debito/Pil viene visto in calo al 129,2% nel 2019 e al 127,3% nel 2020 dal 130,9% di quest’anno. Per garantire la riduzione del debito, il Governo ha inserito proventi attesi pari all’1% del Pil legati a privatizzazioni.
In rosso tutti i titoli del Ftse Mib, con Intesa Sanpaolo (-1,8% a 1,97 euro), UniCredit (-1,7% a 11,04 euro), Bper (-1,3% a 3,45 euro), Ubi (-2,1% a 2,65 euro), Banco Bpm (-2,6% a 1,76 euro) e Mediobanca (-0,9% a 7,84 euro).
Stesso copione tra le Mid Cap, con Credem (-1,5% a 5,18 euro), Popolare Sondrio (-1,3% a 2,77 euro), Mps (-1,7% a 1,46 euro) e Creval (-3,1% a 0,0896 euro). Nello Small Cap male Banco Desio (-4% a 1,81 euro), mentre su Carige non vengono ancora segnalati scambi da Borsa Italiana.