Nei primi nove mesi del 2018 Fila ha visto il fatturato crescere del 12,8% a 441,6 milioni grazie al contributo dell’americana Pacon, acquisita nel periodo. L’effetto M&A ha sostenuto anche la gestione operativa, con un incremento sia dell’Ebitda (+8,3%) che dell’Ebit (+4,2%), penalizzando però la marginalità tra i 70 e i 100 bp. I maggiori oneri finanziari legati all’acquisizione hanno però contribuito a una riduzione del 18% dell’utile netto dei soci a 22,5 milioni. A livello patrimoniale, infine, l’esborso sostenuto per l’acquisto di Pacon ha spinto l’indebitamento finanziario netto fino a 591,3 milioni.
Nei nove mesi il giro d’affari di Fila, normalizzato per 4,1 con l’introduzione dell’IFRS 15, ha mostrato un incremento del 12,8% a 441,6 milioni, di cui 70,5 milioni ascrivibili al contributo della neoacquisita Pacon.
A livello organico, ovvero a parità di perimetro e cambi, il fatturato si attesterebbe a 391,4 milioni, in linea con i primi nove mesi del 2017.
La crescita rilevata in Centro-Sud America (+12%) e in Asia (+23%) è stata infatti compensata dalla contrazione registrata in Europa (-4%) e in Nord America (-8%), con quest’ultima che ha scontato gli effetti della riorganizzazione a seguito dell’acquisizione di Pacon.
Nella gestione operativa, l’Ebitda è cresciuto dell’8,3% a 73,6 milioni, con un’incidenza sul fatturato scesa però al 16,7% (-70 basis point), ma mostra un calo a livello organico dovuto alle difficoltà del processo di integrazione e alle maggiori differenze di cambio.
La redditività lorda è riportata escludendo l’impatto di costi non ricorrenti per circa 12,1 milioni, legati principalmente alle consulenze per le operazioni di M&A.
L’Ebit è invece aumentato del 4,2% a 56 milioni, con un ros del 12,7% (-100 basis point), nonostante l’impatto di maggiori ammortamenti e svalutazioni per l’effetto M&A.
Il dato esclude proventi/oneri straordinari per 1,3 milioni dovuti agli effetti della prima applicazione dell’IFRS 9.
Il periodo si è però chiuso con un utile netto di competenza dei soci pari a 22,5 milioni, in calo del 18% rispetto ai primi nove mesi del 2017.
Il risultato sconta il peggioramento della gestione finanziaria per il finanziamento acceso per l’acquisizione di Pacon e il maggiore tax rate.
Al netto dell’effetto normalizzazione, l’utile netto di competenza dei soci mostra invece un calo del 56% a 10,1 milioni, contro i 23 milioni dell’esercizio precedente.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto è sensibilmente aumentato a 591,3 milioni rispetto ai 239,6 milioni rilevati lo scorso 31 dicembre.
Una dinamica legata principalmente all’acquisizione di Pacon (215,2 milioni) e all’assorbimento di cassa per 62,5 milioni dovuto alla stagionalità del business.
Il flusso di cassa operativo generato nel periodo è stato invece pari a 52,5 milioni.