Mercati Usa – Apertura in rialzo con il greggio in rimonta

Avvio positivo a Wall Street, con i mercati intenti a valutare il recente crollo del greggio, gli sviluppi sul fronte commerciale, l’accordo sulla Brexit e lo scontro tra Italia ed Europa sulla manovra. Dopo pochi minuti di scambi, i tre indici principali guadagnano lo 0,6-0,9 per cento.

Le quotazioni del petrolio recuperano parzialmente terreno dopo il forte ribasso di ieri in scia ai timori legati all’eccesso di offerta e al rallentamento della domanda. Il Brent (+1,7%) risale a 66,6 dollari e il Wti (+1,5%) a 56,5 dollari, beneficiando anche delle indiscrezioni di un taglio alla produzione il prossimo anno.

Nella riunione del prossimo mese, l’Opec e gli altri paesi produttori potrebbero decidere di ridurre l’output di 1,4 milioni di barili al giorno nel 2019, un ammontare più elevato di quanto precedentemente indicato.

Sul fronte macro, invece, i prezzi al consumo negli Stati Uniti ad ottobre hanno registrato i maggiori incrementi degli ultimi nove mesi, rafforzando ulteriormente le attese che la Federal Reserve prosegua nel suo percorso di rialzo dei tassi di interesse.

Lo scorso mese, l’inflazione è cresciuta dello 0,3% su base mensile e del 2,5% su base annuale, accelerando rispetto al +0,1% e al +2,3% di settembre.

Intanto il biglietto verde viaggia poco mosso nei confronti delle altre valute, con il cambio euro/dollaro risalito in area 1,13 dopo aver toccato un minimo in mattinata a 1,122 in scia all’incertezza legata alla situazione italiana.

Nella lettera inviata ieri sera a Bruxelles, Roma ha deciso di non apportare le modifiche alla legge di bilancio 2019 richieste dall’Ue, con il rischio che la Commissione ora possa decidere di aprire una procedura di infrazione.

In lieve calo la sterlina a 1,296 dollari, in attesa del confronto tra la premier Theresa May al parlamento britannico all’indomani della bozza di accordo con l’Europa sulla Brexit.

Nel comparto del reddito fisso, infine, risalgono leggermente i rendimenti dei Treasury con il tasso sul decennale al 3,15% e quello sul biennale al 2,9%, dopo il parziale flight to quality degli ultimi giorni che aveva portato gli acquisti sui bond.