Il Cda di Poligrafici Editoriale ha approvato il resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2018.
A causa dell’andamento sfavorevole del mercato degli investimenti pubblicitari su quotidiani e cartacei, in calo del 6,3% sui fatturati totali nei primi nove mesi 2018 e della riduzione dell’8,1% nella vendite totali di quotidiani, la casa editrice bolognese ha riportato ricavi complessivi pari a 117 milioni, diminuiti del 2,9% rispetto al pari periodo 2017.
Dai dati di dettaglio, si evince tuttavia un andamento migliore rispetto al mercato, con la riduzione del 6% a 73,2 milioni dei ricavi editoriali e il miglioramento (+1,4%) dei proventi dalla raccolta pubblicitaria.
A livello operativo si segnala la diminuzione dell’Ebitda adjusted (-19,1% a 4,6 milioni), con una marginalità in calo dello 0,8% a 4 punti percentuali.
Andamento opposto per l’Ebit adjusted, aumentato a 0,6 milioni da 0,2 milioni del medesimo periodo 2017. Un andamento riconducibile alla contrazione degli ammortamenti (-17,3% a 3,9 milioni) e soprattutto degli accantonamenti (-80,5% a 0,2 milioni). L’Ebit margin sale dello 0,3% a 0,5 punti percentuali.
Dopo aver recuperato imposte per 0,4 milioni, rispetto al precedente pagamento di imposte per 0,3 milioni, il periodo si è chiuso con una perdita netta per 1 milione (-67,5%), in miglioramento rispetto al rosso di 2,9 milioni del 2017 che però includeva un risultato negativo da attività destinate alla vendita per 2,4 milioni riferito alla società GEP, ceduta nel dicembre 2017.
Al 30 settembre 2018, l’indebitamento finanziario del gruppo si attesta a 27,4 milioni, migliorato di circa 3,5 milioni rispetto ai 30,9 milioni di fine dicembre 2017.
In merito alle prospettive per il prosieguo del 2018 il management ritiene che le previsioni rimarranno condizionate all’andamento del settore e non intravede andamenti significativamente diversi da quelli riscontrati nel periodo in esame.
Le efficienze realizzate dal gruppo lasciano presumere, se non si verificheranno eventi ad oggi non prevedibili, il mantenimento di una marginalità positiva, oltre alla generazione di flussi di cassa che consentiranno un’ulteriore riduzione del debito finanziario.