Conafi è stata alle prese con un processo di cambiamento aziendale che ha di fatto influenzato i primi nove mesi del 2018 e rende difficile un confronto con il corrispondente periodo del 2017.
Infatti, nel dicembre 2017 il gruppo ha cessato l’attività di intermediazione finanziaria e trasformato il proprio oggetto sociale in holding di partecipazioni, e adesso opera tramite la società controllata Prestitò nel settore dei prestiti tramite cessione del quinto, della pensione o mediante delegazione di pagamento.
Nei primi nove mesi del 2018 i ricavi si sono attestati a 1,1 milioni (11 milioni nel periodo di confronto). La voce include le commissioni attive dell’attività di collocamento di finanziamenti di terzi e gli utili da cessione di attività finanziarie, i dividendi e proventi assimilati e gli altri proventi di gestione.
I costi operativi si sono ridotti da 11,9 milioni a 4,8 milioni. Tali costi comprendono anche costi straordinari per un ammontare di 0,8 milioni.
Tali dinamiche hanno portato a un risultato operativo lordo negativo pari a 3,8 milioni (-1,7 milioni nel periodo di confronto).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 0,7 milioni (rosso di 1,7 milioni nei primi nove mesi del 2017), dopo avere beneficiato dei 5 milioni una tantum risultanti dalle attività dismesse e del corrispettivo una tantum maturato nel primo trimestre per effetto della sottoscrizione con il principale istituto finanziatore di un accordo avente ad oggetto la migrazione del portafoglio prestiti, a seguito della decisione di abbandonare il settore.
Dal lato patrimoniale, a fine settembre la posizione finanziaria netta è positiva per 16,2 milioni (+13,4 milioni al 31 dicembre 2017).
Si segnala che il cda ha deliberato di convocare per il prossimo 17 dicembre un’assemblea straordinaria deliberare sulla proposta di annullamento delle azioni proprie in portafoglio, senza riduzione del capitale sociale.