Il 2019 si prospetta un altro anno positivo per il lusso mondiale che, nonostante la situazione di incertezza in cui tutti ammettono la difficoltà di fare previsioni, secondo le stime di mercato è destinato a crescere del 5%, con pelletteria e accessori a fare da traino (+7%).
E’ quanto emerge dalla lettura delle stime sul settore del lusso pubblicate da Altagamma e Bain&Co.
Secondo il “Worldwide luxury market monitor”, nel 2018 le vendite di “personal luxury goods”, arriveranno a toccare i 260 miliardi dai precedenti 254 miliardi nel 2017 (+6%). Una dinamica che contribuirà in modo positivo all’espansione dell’intero settore che raggiungerà gli 1.200 miliardi a fine 2018 (+5% a/a).
I 6 miliardi di differenza da un anno con l’altro del segmento “personal luxury goods” è generata interamente dagli acquisti di Millennials (nati tra il 1980 e il 1994) e Generazione Z (dalla classe 1995 in poi), che, se oggi assorbono il 33% del mercato del lusso, nel 2025, quando le vendite di “personal luxury goods” oscilleranno tra i 320 e i 365 miliardi, ne acquisteranno più della metà (55%), contribuendo così alla crescita stimata tra i 65 e 110 miliardi (+130% nel 2025).
I protagonisti dello sviluppo sono da ricercare ad Est, nel dettaglio nei millennials cinesi che ad oggi acquistano il 33% dei prodotti di lusso a livello mondiale. I consumatori cinesi, giovani, fashion e iperdigitalizzati, vanno monitorati non solo per la loro propensione all’acquisto, ma perché le loro abitudini di shopping, in evoluzione, sono destinate ad influire in modo rilevante sulla geografia del mercato del lusso.
Se, infatti, nel 2018 gli acquisti si concentrano soprattutto in Europa (84 miliardi, pari al 33% del totale) e America (80 miliardi, 32%), complice l’abolizione dei dazi di importazione sui prodotti di alta gamma da parte del governo di Pechino, i cinesi faranno sempre più shopping “in casa” . Una situazione che porterà nel 2025 la Repubblica Popolare ad ottenere una quota di mercato pari al 22%, in linea a quella che deterranno Europa (25%) e Usa (25%).
I primi segnali di questo spostamento dell’asse del lusso mondiale, già in corso, è rappresentato dal dato delle vendite tax free in Cina che, nel 2018 toccheranno i 23 miliardi (+18%) in termini reali, mentre stanno già rallentando le economie ormai consolidate, come Europa (+1% a 84 miliardi nel 2018, -6% nei 9M 2018), dopo l’exploit del +122% del volume d’affari registrato negli ultimi sette anni, e Americhe (-1% a 80 miliardi nel 2018).
Mentre il mercato statunitense presenta basi più solide in termini di consumo interno, il panorama nel Vecchio Continente è più condizionato dall’afflusso di turisti stranieri e dai conseguenti acquisti in beni di altagamma. I cinesi, target di punta a cui si deve il 29% degli acquisti, hanno di fatto rallentato lo shopping sia in Europa (-4%) sia in Italia (-5%). Nel dettaglio, il nostro Paese ha poi sofferto soprattutto del calo dei turisti russi (-15%).