Rallentano gli acquisti sui principali listini europei, dopo le tensioni del caso Brexit e le speranze di uno sblocco nei negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina.
L’attenzione è ora rivolta alle parole del presidente della Bce Mario Draghi dopo la pubblicazione sul dato finale dell’inflazione a ottobre nell’Eurozona.
Intorno alle 12:00, a Milano il Ftse Mib guadagna lo 0,2% in area . In frazionale rialzo anche il Dax di Francoforte (+0,2%) e il Cac 40 di Parigi (+0,1%) mentre viaggiano poco sotto la parità il Ftse 100 di Londra (-0,1%) e l’Ibex di Madrid (-0,2%).
In mattinata è stato pubblicato il dato finale sull’inflazione a ottobre nell’Eurozona, salita del 2,2% su base annuale (dato finale), sostanzialmente in linea con la rilevazione preliminare e con il consensus.
L’indice Core, calcolato al netto dei prezzi di energia, cibo, alcool e tabacco, mostra ad ottobre un incremento su base tendenziale dell’1,1% (dato finale), pari alla stima flash e al dato del mese precedente.
Il presidente della Bce, Mario Draghi, nel corso del suo intervento all’European Banking Congress a Francoforte, ha voluto sottolineare come la mancata crescita dei prezzi potrebbe avere ripercussioni sulla sospensione del programma di acquisto di titoli e sulla tabella di marcia per l’aumento dei tassi di interesse.
Sempre il numero uno della Banca Centrale ha lanciato un nuovo avvertimento per l’Italia, dichiarando: “La mancanza di un consolidamento fiscale nei paesi con alto debito pubblico aumenta la loro vulnerabilità agli shock, sia che questi siano prodotti autonomamente mettendo in questione le regole dell’architettura dell’Unione Europea che siano importanti attraverso un contagio finanziario”.
Nel mentre, la questione commerciale USA-Cina rimane ancora fluida con dichiarazioni contrastanti da parte di esponenti governativi. Al momento l’aumento dei dazi dal 10 al 25% previsto a gennaio sarebbe in stand-by in vista dell’incontro tra Trump e Xi, ma una dichiarazione di senso oppposto è giunta dal Segretario del Commercio, Ross, per cui il rialzo dei dazi a gennaio è ancora un’ipotesi in essere.
Prosegue il lieve rimbalzo della sterlina a 1,28 dollari, dopo il crollo di ieri. Oltremanica, si aspetta di conoscere il destino di Theresa May e del Regno Unito dopo che il pre-accordo sulla Brexit approvato dal governo ha spaccato in due il partito dei conservatori, spingendo alle dimissioni sei ministri, tra cui l’architetto dell’accordo Dominic Raab.
Lo spread Btp-Bund, scende in area 307 punti base con il rendimento del decennale italiano al 3,44%, mentre proseguono le tensioni sulla legge di bilancio 2019. Il vicepresidente della Commissione europea Vladis Dombrovskis ha ribadito la volontà di avviare una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, ritenendo la manovra una sfida aperta alle norme comunitarie e una grave deviazione dagli impegni sottoscritti.
Tra le materie prime, infine, prosegue il rimbalzo del petrolio dopo il recente crollo, con il Brent (+2,2%) in rialzo a 68,1 dollari e il Wti (+2,1%) a 57,6 dollari.
Tornando a Piazza Affari, sale in testa A2A (+1,7%), con gli acquisti che premiano anche TERNA (+1,4%), TIM (+1,4%) e CAMPARI (+1,4%). Ancora in rosso PRYSMIAN (-2%) dopo le vendite seguite alla diffusione della trimestrale, mentre STM (-2%) risente della debolezza del settore semiconduttori dopo il taglio della guidance dell’americana Nvidia.