Panariagroup – L’incertezza macro e l’aumento dei costi pesano sui 9M 2018

Il gruppo ha archiviato i primi nove mesi 2018 con risultati in netta contrazione, complice l’incertezza macroeconomica che ha provocato un rallentamento del comparto della ceramica e l’incremento delle tariffe energetiche.

Nel dettaglio, i ricavi sono diminuiti del 4,6% a 280,8 milioni, con la riduzione dei volumi che ha pesato per 7,3 milioni e l’effetto cambi negativo dell’euro/dollaro per 6,3 milioni (-2,5% a parità di cambi).

A livello di gestione operativa, i margini hanno risentito in particolare del calo dei volumi e dell’incremento delle tariffe energetiche, oltre che di alcuni investimenti di carattere organizzativo e commerciale.

A ciò si aggiungono una politica commerciale più aggressiva in termini di prezzo in Italia e un incremento dei costi di produzione dovuto al minor utilizzo degli impianti per il controllo del magazzino.

L’Ebitda ha segnato un calo del 57% a 14,9 milioni, con un’incidenza sul fatturato in deciso peggioramento al 5,3% (-650 punti base), mentre l’Ebit è passato da 17,2 milioni a un deficit di 2,1 milioni.

Il periodo si è chiuso con una perdita netta di 2 milioni, rispetto a un utile netto di 10,1 milioni al 30 settembre 2017.

Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto ammonta a 110,8 milioni, in aumento rispetto ai 99,4 milioni al 31 dicembre 2017 risentendo della contrazione della marginalità operativa a cui per ora non si è accompagnata una riduzione del capitale circolante.

Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, il management intende riportare entro fine anno il livello di indebitamento al di sotto di 100 milioni, grazie all’ottimizzazione del circolante e ai minori investimenti effettuati.

Il gruppo prevede che nei prossimi mesi il quadro macro-economico rimarrà caratterizzato da una fase di incertezza, a cui si aggiungono l’aumento dei costi delle tariffe energetiche e la maggiore pressione competitiva sui mercati internazionali.

A tal proposito, Panariagroup ritiene di poter trarre vantaggio dall’introduzione dei dazi americani, rendendo i produttori localizzati negli Stati Uniti come la controllata Florida Tile più competitivi.

Inoltre, la strategia operata nel 2018 di mantenere il presidio delle quote di mercato, a scapito della marginalità, dovrebbe consentire un vantaggio in termini di recupero dei volumi e quindi di più intenso utilizzo della capacità produttiva, favorendo una ripresa della  redditività.