Ieri il Ftse Italia Servizi Pubblici ha chiuso la seduta lasciando sul terreno poco meno di un punto percentuale (-0,9%), allineato sia al Ftse Mib (-0,9%) sia al corrispondente indice europeo di riferimento (-0,8%).
Il terremoto scatenatosi all’interno del governo britannico a seguito dell’accordo sulla Brexit con l’Europa ha spaventato i mercati, che hanno chiuso le contrattazioni in rosso.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund supera i 312 pb, con il rendimento del decennale italiano a 3,48 per cento.
Tra le Big, A2A è riuscita ad arginare le perdite chiudendo in sostanziale parità (-0,1%). Seguono, in frazionale ribasso, Snam (-0,5%), Terna ed Enel (entrambe a -0,9%). Italgas cede l’1,5 per cento.
Tra i titoli a media capitalizzazione, tutte in negativo, Hera archivia una seduta in flessione dello 0,6%, seguita a stretto giro da Erg (-0,7%).
Ascopiave chiude a -1,3%, in scia ai conti del terzo trimestre 2018, con un Ebitda si attesta a 9,49 milioni, in calo dell’1,9% e un utile netto di pertinenza dei soci pari a 1,52 milioni, in calo di quasi il 50% rispetto al corrispondente periodo del 2017.
Fa peggio Acea (-3,3%).
Tra le Small Cap, in controtendenza ai principali indici di riferimento, svettano Acsm Agam (+3,3%) ed Alerion Clean Power (+3,2%). Quest’ultima ha riportato nel periodo gennaio – settembre 2018 una produzione elettrica pari a 268,9 GWh, segnando un incremento del 10,1% a/a, e un Ebitda in progresso del 19,4% a 33,3 milioni. Le società ha inoltre approvato il piano industriale per il periodo 2019 – 2021.
In coda Biancamano (-3,7%).