“Il nostro turnaround va avanti e i risultati miglioreranno ancora. L’impatto dello spread sul livello di Solvency II, anche quando era arrivato a 329, è stato modesto: solo pochi punti. Infatti la nostra posizione di capitale rimane a un livello molto buono, 160 per cento”.
È quanto ha affermato in un’intervista ad Affari e Finanza Alberto Minali, Ad di Cattolica, parlando a proposito degli impatti dello spread sul capitale.
Il manager ha sottolineato che il gruppo lavora con costanza per aumentare il livello di Solvency II precisando che, rispetto al calcolo effettuato da alcuni competitor, quello effettuato da Cattolica è basato sulla formula standard e non sui modelli interni.
In merito all’applicazione di questi ultimi, Minali ha fatto presente che sono in corso valutazioni per muoversi in questa direzione. Occorrerà costruire un modello prima di fare richiesta all’authority di settore. Il Ceo pensa che non potrà essere adottato prima del 2021.
Minali, infine, ha precisato che al momento il gruppo non intende vendere i Btp in portafoglio per non incorrere in una minusvalenza, anche perché – aggiunge l’Ad – “la nostra cassa è positiva perché è generato da nuove vendite di polizze. In altre parole, noi rifinanziamo tutto quello che esce con quello che entra e non abbiamo bisogno di vendere”.
A circa mezz’ora dall’inizio delle contrattazioni a Piazza Affari il titolo sale dell’1,9% a 7,15 euro, mentre l’indice di settore guadagna l’1,2 per cento.