Oil & Gas – Settore ancora sotto pressione nei 5 giorni con il petrolio

E’ stata un’altra settimana di forte pressione per il settore petrolifero, simboleggiata dal crollo di martedì quando Wti e Brent hanno ceduto rispettivamente il 7,1 e il 6,6 per cento.

Il tonfo che è stato innescato dal rafforzamento del dollaro, dalla revisione al ribasso della domanda per il 2019 da parte dell’Opec e dalle dichiarazioni con cui il presidente Trump ha auspicato che l’Opec+ non proceda con nuovi tagli alla produzione nel 2019.

Questi ultimi, in scia all’ottavo incremento consecutivo delle scorte Usa, sono tornati ad attirare l’attenzione degli operatori nelle ultime sedute settimanali, permettendo al greggio un parziale recupero.

La riduzione dell’output, secondo indiscrezioni, potrebbe infatti essere maggiore del milione di barili/giorno rispetto ai livelli di ottobre che l’Arabia Saudita ritiene al momento necessario per bilanciare correttamente il mercato.

Riyad, nell’attesa di una decisione comune, ha comunque annunciato che taglierà di 500 mila barili/giorno il proprio export nei mesi di dicembre.

In questo scenario, poco dopo la chiusura di venerdì, il Wti scambiava a 56,8 $/bl (-4,2% w/w) mentre il Brent quotava 67 $/bl (-2,9% w/w).

L’andamento del prezzo del petrolio ha affossato il settore, con il Ftse Italia Petrolio e Gas Naturale in ribasso del 3% e l’Euro Stoxx Oil & Gas in calo dell’1,6 per cento.

Sull’azionario, la più penalizzata è stata Saipem (-6,4%), seguita da Tenaris (-4,5%).

Riguardo al gruppo guidato da Stefano Cao, il il Tribunale di Milano ha respinto la richiesta di risarcimento per 174 milioni avanzata da 64 investitori.

Inferiori le perdite per Eni (-3,6%) che ha comunicato diversi annunci, i cui più importanti sono la cessione del 20% della concessione Nour a Mubadala Petroleum e l’accordo con ADNOCcon il quale acquisirà il 25% di una promettente concessione.

Inoltre, il gruppo ha annunciato la creazione di una jv tra Versalis e Mazrui nei chemicals innovativi in Medio Oriente.

Tra le Mid Cap, affonda nuovamente Maire Tecnimont (-6%) che non beneficia di un nuovo contratto da $ 190 milioni da parte di Exxon Mobil.

Resiste invece Saras (+0,9%), meno affetta da un calo del grezzo, anche grazie alla risalita dell’EMC Benchmark al di sopra dei 3 dollari/barile.

Infine, forti vendite anche sulle società a minore capitalizzazione d’Amico (-7,2%), mentre ha presentato un calo limitato Gas Plus (-0,4%).