Banche – L’allargamento dello spread penalizza il comparto (-3%)

Nuova sotto pressione per il comparto bancario a Piazza Affari. Intorno alle 10:30 il Ftse Italia Banche lascia sul terreno il 3%, portandosi ai minimi da circa un biennio.

L’andamento risente dell’ulteriore allargamento dello spread Btp-Bund in area 330 pb dopo che ieri era salito fino a 320 pb (fonte Mts Markets). Il tutto riflette l’incertezza legata alle differenti posizioni di vedute tra Governo italiano e Commissione Europea sulla sostenibilità della manovra economica varata da Roma.

L’organismo comunitario comunicherà domani il suo giudizio sul nuovo testo della legge di Bilancio, in cui è lasciato invariato al 2,4% il rapporto deficit/Pil previsto per il 2019.

Giudizio che potrebbe essere il preludio all’avvio di una procedura d’infrazione per deficit eccessivo di Bruxelles nei confronti di Roma.

“Stiamo preparando il nostro pacchetto per mercoledì, che includerà i pareri sui piani di Bilancio di tutti i Paesi, incluso quello rivisto dall’Italia. Non anticipo decisioni”, ha affermato il vice presidente della Commissione UE, Valdis Dombrovskis.

“Il Governo ha ottemperato alla richiesta della Commissione Europea di risottoporre un nuovo bilancio programmatico. Lo abbiamo fatto, con alcuni cambiamenti. Ora aspettiamo di vedere la risposta, il tono della risposta e quello che si richiede. Continueremo ad andare avanti nell’ambito della discussione, ci sono vari passi e varie procedure, varie tappe. Andremo avanti. Per ora vediamo cosa rispondono e poi noi risponderemo alle osservazioni che verranno fatte”, ha sottolineato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria.

Tria ha poi aggiunto: “C’è un dovere della Commissione UE di far notare che ci si discosta da alcuni accordi che erano stati presi in precedenza. Ma penso che si debba tenere presente che si conferma un rallentamento dell’economia europea, non solo italiana, e quindi un deficit più alto di quello che si pensava a giugno-luglio”.

Pesanti tutti i titoli del Ftse Mib, con Intesa Sanpaolo (-2,9% a 1,87 euro), UniCredit (-3,8% a 10,41 euro), Bper (-2% a 3,32 euro) nonostante JP Morgan abbia alzato il target price da 4 euro a 4,10 euro secondo quanto riportato da Bloomberg, Ubi (-4,6% a 2,49 euro) su cui la stessa JP Morgan ha tagliato il prezzo obiettivo da 3,50 euro a 3,20 euro secondo quanto riportato da Bloomberg, Banco Bpm (-5,7% a 1,70 euro) e Mediobanca (-3,4% a 7,15 euro).

Stesso scenario tra le Mid Cap, con Credem (-2,4% a 4,96 euro), Popolare Sondrio (-2,3% a 2,68 euro), Mps (-4,7% a 1,32 euro) su cui sempre JP Morgan ha limato il prezzo obiettiva da 2 euro a 1,70 euro secondo quanto riportato da Bloomberg, e Creval (-5,5% a 0,078 euro). Sullo Small Cap male Carige (-5,6% a 00017 euro).