Il 30 novembre si riunirà l’assemblea dello Schema Volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd) per decidere in merito alla sottoscrizione una quota di 320 milioni su un totale di 400 milioni del bond subordinato che sarà emesso a inizio dicembre da Carige per rafforzare i propri requisiti patrimoniali.
L’operazione dovrà ricevere il via libera del 50% delle banche associate al Fitd, che rappresentino almeno il 90% dei depositi protetti.
Secondo fonti di stampa, Credem e Banco Desio si sono chiamate fuori, mentre alcuni grandi istituti non avrebbero ancora sciolto la riserva. Tra questi ci sarebbe il Crédit Agricole, che dovrebbe decidere all’inizio della prossima settimana.
Alcuni grandi banche italiane come Intesa Sanpaolo, UniCredit e Ubi hanno dato parere positivo sull’operazione e, secondo rumor di stampa, anche altre banche seguiranno la stessa linea.
Sulla questione è intervenuto Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI), il quale ha affermato: “Auspico che Carige abbia successo nell’aumento di capitale e confido che riprendiamo l’integrità del prestito subordinato. Spero che i soci, a cominciare dai principali di Carige, analizzato il prospetto decidano il più possibile di sottoscrivere”.
Il piano di rafforzamento di Carige prevede anche un aumento di capitale da 400 milioni, i cui introiti serviranno a rimborsare il bond.