Continua la pressione sul settore Oil & Gas, su cui pesa la vertiginosa discesa delle quotazioni del greggio che prosegue anche nella seduta di oggi.
Intorno alle 16:20, il Wti scambia infatti a 54,3 $/bl (-5%) mentre il Brent quota a 64 $/bl (-4,2%), accelerando al ribasso dopo l’apertura negativa di Wall Street.
Il crollo dei futures sta portando a fondo le quotazioni delle big di Piazza Affari Eni (-1,6%), Tenaris (-2,8%) e Saipem (-6%), con il Ftse Italia Petrolio e Gas Naturale in calo dell’1,6% mentre l’Euro Stoxx Oil & Gas viaggia in ribasso dell’1,4 per cento.
Sul mercato continua a pesare la forte incertezza che avvolge domanda e offerta, come confermato anche dal Direttore Esecutivo dell’International Energy Agency, Fatih Birol: “Con le crescenti pressioni geopolitiche che stiamo vedendo, credo che si stia entrando in una fase di incertezza senza precedenti”.
Dopo il crollo della scorsa settimana, dunque, il greggio continua ad essere oggetto di vendite sotto i colpi, dal lato della domanda, delle sempre maggiori tensioni commerciali e, dal lato dell’offerta, del costante incremento delle scorte Usa.
Proprio dell’offerta si parlerà nel prossimo meeting dell’Opec e dei suoi alleati in programma a dicembre a Vienna, dove l’Arabia Saudita spingerà per nuovi tagli alla produzione da apportare nel 2019.
Questa volta non è però certo il supporto della Russia, come ribadito ieri dal Ministro dell’Energia, Alexander Novak, secondo cui i produttori hanno bisogno di capire meglio le condizioni di mercato e l’outlook invernale prima di decidere se ridurre l’offerta.
Intanto, domani saranno resi noti i dati Eia sulle scorte Usa che, secondo il consensus di Bloomberg, evidenzieranno il nono incremento consecutivo.