All’indomani della controllante, Endesa, utility spagnola del gruppo Enel, ha presentato il Piano Industriale 2019-2021, i cui punti cardine sono rappresentati da investimenti in energie rinnovabili e conseguente decarbonizzazione, digitalizzazione e reti intelligenti, nonché una nuova dividend-policy.
Nel dettaglio, la società guidata da Borja Prado, ha previsto investimenti netti per 6,4 miliardi (di cui 1,4 miliardi per il 2018, 1,8 miliardi per il 2019 e 1,6 miliardi per ciascuno degli ultimi due anni di piano), destinati soprattutto alle energie rinnovabili, quali eolico solare ed idroelettrico. Un impegno che comporterà un incremento di oltre il 30% di capacità installata da fonti rinnovabili al 2021.
In termini di decarbonizzazione, la società prosegue il proprio programma di riduzione di emissioni di CO2, con l’obiettivo di azzerarle nel 2050.
Altro aspetto cardine è rappresentato dalla digitalizzazione, volta al miglioramento delle efficienze operative e alla riduzione dei relativi costi, con investimenti stimati pari a 1,3 miliardi.
Venendo ai principali indicatori finanziari, Endesa ha previsto un Ebitda di 4 miliardi al 2021, con un cagr del 5%, mentre l’utile netto a fine piano dovrebbe raggiungere gli 1,8 miliardi, con un cagr del 7 per cento.
Sul fronte patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto al 2021 è atteso pari a 7,1 miliardi, rispetto ai 5,9 miliardi a fine 2018. A fronte di ciò dovrebbero aumentare, seppure in misura contenuta, sia il costo del debito (2,1% al 2021 vs 1,9% al 31 dicembre 2018) sia il leverage, con un rapporto Net Debt/Ebitda stimato a 1,8x al 2021 (vs 1,7x al 31 dicembre 2018).
Infine, Endesa ha confermato l’attuale politica dei dividendi fino al 2020, con il pagamento del 100% dell’utile netto. Nel 2021, invece, la remunerazione delle azioni prevede un pay-out ratio del 70 per cento. Il dividendo minimo per azione risulta pari a 1,33 euro per il 2018.