Giugno 2020 è il termine entro il quale le banche europee devono rimborsare alla Bce la prima tranche dei finanziamenti Tltro.
I Tltro sono prestiti quadriennali erogati dalla Banca Centrale Europea agli istituti dell’Eurozona ad un tasso vicino a zero o addirittura negativo. E le banche italiane sono tra quelle che più hanno attinto a questa fonte di finanziamento, ottenendo il 33% dei 730 miliardi erogati.
Il problema per gli istituti di credito tricolore è che per ripagare il rimborso devono recuperare le risorse finanziarie, ma l’emissione di titoli di debito in questo momento richiede alti costi, poiché i tassi di interesse sono diventati onerosi con il rialzo dello spread e per via dell’incertezza politica.
Inoltre, gli istituti di credito dovranno attrezzarsi per tempo al rimborso, poiché questi fondi a partire da un anno prima della scadenza non potranno essere inclusi nel computo del Net Stable Funding Ratio (Nsfr), ossia l’indicatore che misura la liquidità che le banche dovrebbero avere per coprire la duration degli asset a lunga scadenza.
Tale indicatore, nonostante non sia ancora obbligatorio, è richiesto dalle nuove norme Basilea 3 ed è osservato sia dalle autorità sia dagli investitori, poiché segnala la capacità di una banca di poter finanziare le proprie attività attingendo a fonti di approvvigionamento stabili.
Nello specifico, da giugno 2019 solo il 50% dei finanziamenti Tltro potrà essere incluso nella computazione di questo ratio, che di conseguenza diminuisce. Per mantenere un Nsfr alto, le banche si troveranno a dover emettere quindi titoli di debito in condizioni di mercato difficili.
Inoltre, la prima tranche di Tltro che le banche europee devono rimborsare è quella più sostanziosa. E le banche italiane sono gli istituti che hanno maggiormente beneficiato di questi finanziamenti.
Ciò implica una possibile corsa al credito ed un’offerta di bond decisamente al di sopra della domanda, soprattutto se si considera che anche gli istituti europei dovranno emettere obbligazioni.
Si attendono quindi costi di finanziamento in crescita e basta notare le scarsissime adesioni alla sottoscrizione dei titoli di Stato italiano registrate negli ultimi giorni per capire che le banche dovrebbero offrire tassi di interesse significativi per attrarre investitori.