Seduta negativa per le Borse europee, orfane del faro di Wall Street, chiusa per la festività del Thanksgiving Day. Il Ftse Mib archivia le contrattazioni in calo dello 0,7% a 18.603 punti, debole come il Dax di Francoforte (-1%), il Cac 40 di Parigi (-0,75%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,7%). Più attardato il Ftse 100 di Londra (-1,2%), penalizzato dal rafforzamento della valuta britannica.
In giornata sono state diffuse le minute della Bce relative alla riunione di ottobre, che hanno rimarcato una crescita diffusa dell’Eurozona, nonostante i recenti segnali di rallentamento. Nei verbali si legge che “i rischi per la crescita e l’outlook possono essere considerati bilanciati, nonostante quelli riferiti al protezionismo, ai mercati emergenti e alla volatilità rimangano evidenti”.
Presenti anche dei riferimenti all’Italia e alle oscillazioni del mercato obbligazionario, che comunque hanno avuto un effetto contagio limitato sugli altri titoli di Stato. A dicembre verranno fornite le nuove previsioni, che conterranno per la prima volta le proiezioni sul 2021.
Nel frattempo, il cambio euro/dollaro non si discosta molto da quota 1,14, così come il dollaro/yen dalla soglia di 113. La sterlina avanza nei confronti del biglietto verde (a 1,287) e della moneta unica (a 0,886), dopo l’esito positivo dei colloqui sulle relazioni post Brexit tra il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, e Theresa May, che sabato si incontreranno nuovamente.
Sul fronte macro, la lettura preliminare di novembre dell’indice fiducia dei consumatori dell’Eurozona, stilato dalla Commissione Europea, si è attestata a -3,9 punti, contro il consensus degli analisti di -3 punti e i -2,7 punti della rilevazione di ottobre.
Per quanto riguarda l’Italia, è stata assorbita senza sussulti la scontata bocciatura di Bruxelles, che ha aperto la strada della procedura di infrazione per deficit eccessivo, anche se rimane probabile una lunga fase di contrattazioni tra le parti per evitare sanzioni. Sull’obbligazionario, nel frattempo, lo spread Btp-Bund si riduce a 307 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 3,44 per cento.
Tra le materie prime le quotazioni del greggio risalgono dai minimi di giornata ma restano deboli, con Wti e Brent rispettivamente a 54,1 e 63,2 dollari al barile, dopo il nuovo aumento delle scorte statunitensi che ha alimentato ulteriormente il clima ribassista.
A Piazza Affari proprio i petroliferi sono tra i peggiori del Ftse Mib, con ENI a -2,1% e SAIPEM a -3,4 per cento. In calo anche UNIPOL (-2,1%), BUZZI (-2%) e TELECOM ITALIA(-1,9%), mentre proseguono i lavori per la societarizzazione della rete con il coinvolgimento di Open Fiber. Contrastati i bancari, in recupero rispetto alla mattinata con BANCO BPM a +3 per cento. Positiva BANCA GENERALI (+0,3%), dopo il via libera della Commissione Europea alla joint venture con la danese Saxo Bank.