Mattinata debole per le Borse europee, che si rimangiano parte dei guadagni della seduta precedente. Difficile pensare a grossi cambiamenti nel corso della giornata, in assenza di spunti macro rilevanti e con Wall Street che rimarrà chiusa per la festività del Thanksgiving Day.
Intorno alle 11:35 il Ftse Mib arretra dello 0,4% in area 18.650 punti base, sottotono come il Dax di Francoforte (-0,6%), il Cac 40 di Parigi (-0,6%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,3%). Più attardato il Ftse 100 di Londra (-1,4%), penalizzato dal rafforzamento della valuta britannica.
Il sentiment degli operatori rimane piuttosto fragile, in scia alla forte volatilità che sta scuotendo i mercati da inizio ottobre, con il diffondersi dei timori sul rallentamento dell’economia globale, le aspettative di un rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed e le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.
Per quanto riguarda il Vecchio Continente, qualche indicazione potrebbe giungere in tarda mattinata dalle minute della Bce, da cui emergeranno le ultime considerazioni della Banca Centrale sullo stato dell’economia e le prospettive future.
Nel frattempo, il cambio euro/dollaro non si discosta molto da quota 1,14, così come il dollaro/yen dalla soglia di 113. La sterlina avanza nei confronti del biglietto verde (a 1,287) e della moneta unica (a 0,887), dopo l’esito positivo dei colloqui sulle relazioni post Brexit tra il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e Theresa May, che sabato si incontreranno nuovamente.
In Italia il focus rimane sulla manovra di bilancio, all’indomani della scontata bocciatura di Bruxelles che apre la strada della procedura di infrazione per deficit eccessivo, anche se è possibile che parta una lunga fase di contrattazioni tra le parti per evitare sanzioni.
Intanto, nella giornata di ieri, sia l’Istat sia l’Ocse hanno smentito le previsioni contenute nella manovra. L’istituto nazionale ha calcolato una crescita del Pil nel 2018 in rallentamento all’1,1% (1,3% nel 2019) mentre secondo l’organizzazione parigina la crescita italiana si fermerà allo 0,9% nel 2019 e 2020. Sempre l’Ocse prevede che l’attuale legge di Bilancio possa portare il deficit/Pil al 2,5% nel 2019 e al 2,8% nel 2020, con un debito pubblico stabilmente su livelli elevati, in contrasto con quanto stimato dal governo.
Sull’obbligazionario, nel frattempo, lo spread Btp-Bund si attesta in area 311 punti base con il rendimento del decennale italiano al 3,48 per cento.
Tra le materie prime arretrano nuovamente le quotazioni del greggio, con Wti e Brent rispettivamente poco sopra 54 e 63 dollari al barile, dopo il nuovo aumento delle scorte statunitensi che ha alimentato ulteriormente il clima ribassista.
A Piazza Affari proprio i petroliferi sono tra i peggiori del Ftse Mib, con ENI a -1,2% e SAIPEM a -2,2 per cento. Resta volatile STM (-1,6%), che ritraccia dopo il rialzo della vigilia. In rimonta rispetto all’apertura i bancari, positivi LEONARDO (+0,7%), EXOR (+0,5%) e BANCA GENERALI (+0,5%). Debole TIM (-0,4%), sempre al centro delle voci di una societarizzazione della rete che coinvolgerebbe Open Fiber.