Prosegue senza particolari spunti la seduta delle Borse europee, orfane del faro di Wall Street chiusa per la festività del Thanksgiving Day. Intorno alle 15:50 il Ftse Mib arretra dello 0,2% in area 18.690 punti base, limitando le perdite in scia al recupero dei bancari. Deboli anche il Dax di Francoforte (-0,6%), il Cac 40 di Parigi (-0,5%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,3%), più attardato il Ftse 100 di Londra (-1,1%) penalizzato dal rafforzamento della valuta britannica.
In tarda mattinata sono state diffuse le minute della Bce relative alla riunione di ottobre, che hanno rimarcato una crescita diffusa dell’eurozona, nonostante i recenti segnali di rallentamento. Nei verbali si legge che “i rischi per la crescita e l’outlook possono essere considerati bilanciati, nonostante quelli riferiti al protezionismo, ai mercati emergenti e alla volatilità rimangano evidenti”.
Presenti anche dei riferimenti all’Italia e alle oscillazione del mercato obbligazionario, che comunque ha avuto un effetto contagio limitato sugli altri titoli di Stato. A dicembre verranno fornite le nuove previsioni, che conterranno per la prima volta le proiezioni sul 2021.
Nel frattempo, il cambio euro/dollaro non si discosta molto da quota 1,14, così come il dollaro/yen dalla soglia di 113. La sterlina avanza nei confronti del biglietto verde (a 1,288) e della moneta unica (a 0,886), dopo l’esito positivo dei colloqui sulle relazioni post Brexit tra il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e Theresa May, che sabato si incontreranno nuovamente.
In Italia è stata assorbita senza sussulti la scontata bocciatura di Bruxelles, che ha aperto la strada della procedura di infrazione per deficit eccessivo, anche se rimane probabile una lunga fase di contrattazioni tra le parti per evitare sanzioni. Sull’obbligazionario, nel frattempo, lo spread Btp-Bund si riduce a 305 punti base con il rendimento del decennale italiano al 3,42 per cento.
Tra le materie prime le quotazioni del greggio risalgono dai minimi di giornata ma restano deboli, con Wti e Brent rispettivamente a 54,3 e 63,3 dollari al barile, dopo il nuovo aumento delle scorte statunitensi che ha alimentato ulteriormente il clima ribassista.
A Piazza Affari proprio i petroliferi sono tra i peggiori del Ftse Mib, con ENI a -1,5% e SAIPEM a -2,7 per cento. In calo anche BUZZI (-1,8%) e TIM (-1,7%), mentre proseguono i lavori per la societarizzazione della rete con il coinvolgimento di Open Fiber.
Contrastati i bancari, in recupero rispetto alla mattinata con BANCO BPM a +1,6 per cento. Acquisti anche su BANCA GENERALI (+1,2%), BREMBO (+0,9%) e AZIMUT (+0,8%).