Mediobanca – Si va verso il patto light, UniCredit orientata al si

Il prossimo 5 dicembre si decideranno probabilmente le sorti del patto di sindacato di Mediobanca. E lo scenario che sembra delinearsi è la nascita di un patto di consultazione, una versione più ‘light’ rispetto all’attuale che pone dei vincoli sui pacchetti azionari apportati dai vari partecipanti.

“La mia idea di questo patto di consultazione sembra che sia piaciuta a molti. Poi vedremo quando ci incontreremo. In assemblea potremo verificarlo. Dovremmo incontrarci credo il 5 dicembre”, ha dichiarato alla stampa Ennio Doris, presidente di Banca Mediolanum, che al patto ha apportato il 3,28% proprio tramite il gruppo Mediolanum e lo 0,21% in proprio.

Secondo indiscrezioni di stampa UniCredit, primo socio del patto in cui ha fatto confluire in proprio 8,41% del capitale di Mediobanca, sarebbe orientato ad aderire alla proposta. Anche perché la banca, che considera la partecipazione come finanziaria, non avrebbe convenienza a cedere la quota agli attuali prezzi di mercato per non incorrere un una minusvalenza. La banca di piazza Aulenti non ha rilasciato commenti in proposito per ora.

Secondo rumor di stampa emersi nelle settimane scorse, tra gli azionisti sondati ci sarebbero Benetton e Fininvest. Quest’ultima, che nel patto ha vincolato lo 0,97% del capitale, per bocca del suo Ad Danilo Pellegrino aveva fatto sapere di essere aperta a tutte le ipotesi. Anche la famiglia Lucchini, che nel patto ha apportato lo 0,38% del capitale dell’istituto di piazzetta Cuccia, si era detto disponibile a un’eventuale patto di consultazione.

Sempre secondo quanto riporta la stampa, non è da escludere totalmente l’ipotesi di estendere il patto ad altri azionisti, anche se al momento si tratta di un’eventualità piuttosto remota.

Qualora passasse la linea del patto light, di cui Doris si sta facendo promotore, questo garantirebbe una maggiore indipendenza del cda.

Di fatto Mediobanca ha già accelerato la sua trasformazione a public company, situazione voluta anche dall’Ad Alberto Nagel e che potrebbe diventare definitiva, considerando che la presenza degli investitori istituzionali ha raggiunto il 47% del capitale.

Sempre in riferimento al patto, l’assemblea dei membri dovrà discutere anche della durata. Un’ipotesi potrebbe essere l’autunno del 2020, quando scadrà il mandato dell’attuale cda della banca di Piazzetta Cuccia. Lo statuto è stato modificato e prevede l’introduzione del sistema monistico.

L’attuale versione del patto vincola il 28,47% del capitale di Mediobanca ma, con le disdette comunicate dal gruppo Bolloré (7,86% del capitale) e da Italmobiliare (0,98% del capitale) che avranno efficacia da inizio 2019, la quota scende al di sotto del 25% (19,63%), comportando in base all’attuale impostazione lo scioglimento automatico dello stesso.