Nuovo crollo per il petrolio sul quale continuano a pesare le incertezze legate al possibile eccesso di offerta nel 2019 e al rallentamento della crescita economica e della domanda petrolifera, mentre si attendono le prossime mosse dell’Opec+.
Intorno lle 15:00, il Wti scambia infatti a 51 $/bl (-6,7%) mentre il Brent quota a 59,6 $/bl (-4,7%), quest’ultimo sotto i 60 dollari/barile per la prima volta dopo più di un anno.
Sul greggio continua a pesare un possibile eccesso di offerta nel 2019, come sembra indicare il continuo incremento delle scorte Usa, aumentate per la nona settimana consecutiva.
Inoltre il Ministro dell’Energia saudita, Khalid Al-Falih, ha reso noto ieri che il regno ha prodotto il livello record di più di 10,7 milioni di barili/giorno nel mese di novembre, dando un ulteriore spinta al trend ribassista.
Il tutto mentre gli operatori sono incerti sulle prossime mosse dell’Opec+, che nel prossimo meeting di dicembre discuterà se promuovere nuovi tagli alla produzione nel 2019.
L’Arabia Saudita ha infatti espresso la necessità di tagliare almeno un milione di barili/giorno nel mese di ottobre e annunciato la riduzione delle consegne per 500 mila barili/giorno a dicembre.
La Russia, principale partner dell’Arabia Saudita, si è invece mostrata più cauta, affermando che i produttori hanno bisogno di capire meglio le condizioni di mercato e l’outlook invernale prima di decidere se ridurre l’offerta.
Intanto il presidente Trump continua a mantenere la pressione su Riyad, lodata per quanto fatto finora per tenere bassi i prezzi e spronata a fare anche di più usando velatamente come leva il caso Khashoggi.
La crisi del greggio sta pesando anche sui titoli petroliferi a Piazza Affari dove Eni (-2,1%), Tenaris (-2,3%) e Saipem (-2,6%) sono le peggiori del Ftse Mib.