Decorre da oggi la data in cui la Banca Popolare di Milano viene giuridicamente incorporata nel Banco Bpm. Una fusione che era prevista per il 2019 e che, invece, viene realizzata con anticipo di un anno rispetto ai tempi indicati dal piano.
Il passaggio chiude l’azione di riorganizzazione del gruppo; un processo importante e che permetterà una maggiore efficienza e un risparmio dei costi di struttura. Nel quarto trimestre dell’anno, infatti, prosegue l’azione di semplificazione della rete che prevede 209 nuove chiusure di filiali. Dalla gestione commerciale unificata è attesa, inoltre, una maggiore produttività.
Intanto a Piazza Affari prosegue il rialzo dei titoli dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna che anche nella seduta di oggi, complice il calo dello spread dopo l’apertura da parte del Governo a una revisione della manovra, guadagnano il 5,8% a 1,98 euro, dopo avere superato attorno alle 10:00 la soglia psicologica dei 2 euro.
Negli ultimi tre mesi i titoli hanno subito forti oscillazioni. Dai 2,35 euro del 26 settembre le azioni hanno perso il 34% al minimo toccato il 26 ottobre a 1,55 euro, sulla scia dell’allargamento dello spread. Poi nell’ultimo mese, a oggi 26 novembre, i titoli hanno recuperato il 28%, dopo l’approvazione dei conti e le attese su una conclusione a breve del riassetto del settore del credito al consumo che permetta di rafforzare la propria posizione patrimoniale valorizzando gli asset nel comparto.
In questo modo potrebbe essere chiusa positivamente la partita del de-risking, con la cessione del portafoglio di sofferenze più ampia possibile. Attualmente la banca ha ricevuto tre proposte da tre cordate differenti modulate sulla base di importi che vanno dai 3,5 miliardi agli 8,5 miliardi.
Il titolo è ancora fortemente schiacciato dal peso delle vendite allo scoperto che, secondo i dati più recenti dello scorso venerdì, erano pari al 9,22% del capitale. Bisogna vedere se i recenti rialzi porteranno a ricoperture e a un allentamento della morsa.