Giornate decisive per il salvataggio di Carige, che passa per l’approvazione da parte della Bce del piano di conservazione del capitale che sarà presentato a Francoforte il 30 novembre.
Il piano sarà discusso dal cda di Carige il giorno precedente, cioè giovedì 29 novembre, e ha già ottenuto il supporto da parte del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd).
Il fondo si è detto disposto a sottoscrivere 320 milioni di titoli subordinati tramite lo Schema Volontario, all’interno di un’emissione per complessivi 400 milioni. La decisione dovrà essere poi ratificata anche dall’assemblea del Fitd, prevista per il 30 novembre.
I titoli saranno poi rimborsati tramite un aumento di capitale, che dovrà essere varato la prossima primavera e dovrà prima essere approvato dall’assemblea straordinaria dell’istituto genovese convocata per il 22 dicembre.
Come si vede, una marcia a tappe forzate che il Corriere della Sera definisce “una corsa contro il tempo” all’interno di un servizio che bolla la funzione assegnata all’amministratore delegato Fabio Innocenzi come una “Mission Impossible”.
Una definizione che, proprio come per l’eroe del film, lascia la possibilità di una conclusione positiva, anche se i margini di manovra sono molto stretti e se la soluzione finale, per quanto riguarda la ricapitalizzazione, dovrà passare per l’ingresso di un partner.
“Da sola Carige, ma lo stesso vale per un’altra grande malata come MontePaschi, non va da nessuna parte”, scrive il Corriere, “con buona pace di improvvisati banchieri industriali e raider di incerta e varia natura”.
Lo scenario lascia quindi intravedere una pluralità di soluzioni: dall’assorbimento in un altro istituto come avvenuto per le banche venete “a costo zero”, nel qual caso le perdite saranno sopportate da azionisti e finanziatori, alla vendita, se il nuovo vertice guidato da Innocenzi riuscirà nella “Mission Impossibile” di riportare in equilibrio i conti e rendere appetibile la banca, a un acquirente che valuti positivamente l’istituto.
E su queste alternative avrà un ruolo di primo piano l’andamento dello spread e lo scenario economico/politico sottostante. Ma su questi aspetti sembra aprirsi uno spiraglio meno nefasto come testimonia la dinamica della giornata.
In sostanza, il Governo si è reso conto del rischio di fronte al quale si sono trovati alcuni istituti di credito che hanno rischiato di saltare in un contesto economico ancora fragile e nel quale lo spread aveva aperto voragini nella struttura patrimoniale delle banche che avevano anche investito molto sul carry trade su titoli di Stato. Questo in quanto c’è una correlazione diretta tra le dinamiche dello spread e le aspettative di rendimento dei titoli e il loro valore.