CFT – Approdo in Borsa per accelerare crescita e redditività

Il gruppo emiliano ha scelto la strada della Borsa, segmento AIM, e grazie ai circa 80 milioni incassati dalla business combination con la Spac Glenalta può ora perseguire le strategie di sviluppo con maggiore slancio. Obiettivo a cui darà un contributo significativo la crescita organica, grazie anche agli investimenti in R&D nel sorting e nella robotica, ma anche quell’M&A dove CFT ha già dimostrato un’esperienza importante. Acquisizioni mirate, da realizzare nel rispetto di precise adiacenze di business. Strategie grazie alle quali raggiungere gli ambiziosi target al 2022: ricavi per almeno 350 milioni ed Ebitda margin tra il 10 e l’11 per cento.

CFT è un gruppo leader nei settori del processing e del packaging per l’industria del food and beverage. Una realtà approdata sul mercato Aim di Borsa Italiana lo scorso luglio tramite la business combination con la Spac Glenalta.

L’operazione ha permesso a CFT di incassare circa € 80 milioni. Risorse grazie alle quali, ricorda il CEO di CFT Alessandro Merusi, “potremo sostenere lo sviluppo organico con focus sulla R&D e dare un’ulteriore spinta alla crescita per linee esterne, focalizzata su acquisizioni mirate all’ampliamento del portafoglio prodotti per completare la nostra offerta in qualità di system integrator”.  

A livello organico, il gruppo punta “sulle attività di R&D nella robotica e nel sorting (sistemi di visione e selezione), quest’ultimo sempre più importante in scia alla crescente richiesta di soluzioni ad elevata sicurezza alimentare. Con questi investimenti e con l’ampliamento dell’offerta After Sales – aggiunge Merusi – vogliamo consolidare la leadership nei business del pomodoro, del fruit & vegetables, della birra e del dairy, ma anche scalare posizioni nel business del beverage nel riempimento di lattine e bottiglie”.

“Iniziative grazie alle quali – completa l’amministratore delegato – contiamo di raggiungere nel 2022 un giro d’affari di 350 milioni, di cui 60-70 milioni generati dalle acquisizioni, e un Ebitda margin compreso tra il 10 e l’11 per cento. Obiettivi sfidanti in un contesto macroeconomico non facile, ma che presenta megatrends positivi (aumento della popolazione e della classe media) che guidano la crescita del mercato di sbocco dei nostri clienti e indirettamente l’andamento della domanda di beni industriali”.

“Target facilitati anche dalla solida base di partenza. Il 2018 dovrebbe, infatti, chiudersi con un fatturato nell’ordine dei 240 milioni e un Ebitda margin di circa 8,5 punti percentuali”.

Alessandro Merusi, CEO di CFT, delinea le priorità strategiche

“Investire nella robotica e nei sistemi di visione, sviluppare i core business e l’after sales e ampliare sempre più il portafoglio prodotti con tecnologie e prodotti il cui know how è interno al gruppo”.

Alessandro Merusi – CEO di CFT

Sono queste, afferma Alessandro Merusi, CEO di CFT “le priorità strategiche che stiamo seguendo per raggiungere i target che ci siamo prefissati per il 2022 e che prevedono una crescita di oltre 100 milioni rispetto ad oggi”.

La strada da percorrere, continua Merusi, “è quella della crescita tecnologica che ci permetterà di assumere una posizione di leadership. Sviluppo che viene perseguito sia per linee interne, grazie all’attività di ricerca e sviluppo, sia per linee esterne, con partnership o acquisizioni di specifici target che ci permettano di creare sinergie strategiche”.

Proprio per sostenere l’M&A CFT ha deciso di quotarsi in Borsa, attraverso la business combination con la Spac Glenalta “che ci ha dato accesso alle risorse finanziarie con cui accelerare la crescita, prestando però particolare attenzione a target che siano coerenti con la nostra strategia”.

Focus sulla crescita tecnologica nel sorting e nella robotica

La strategia di crescita e consolidamento della leadership passa attraverso lo sviluppo tecnologico, “con investimenti principalmente nel sorting, ovvero nei sistemi di visione e selezione che – spiega Merusi – riteniamo essere un business molto promettente grazie alle sempre maggiori esigenze in termini di sicurezza alimentare e di qualità del prodotto”.

Grande importanza hanno anche la robotica e l’automazione dei processi industriali, in particolare nel Food & Beverage, sempre più richieste dai clienti perché, specifica il CEO “il costo della manodopera sta aumentando in tutto il mondo e i nostri clienti rispondono cercando di massimizzare gli investimenti in automazione, cercando un ritorno certo nel giro di pochi anni”.

Per sviluppare queste due aree CFT “ha creato un team di ricerca e sviluppo che fornirà le tecnologie d’automazione dei processi con un focus sui nostri business tradizionali del food & beverage, ma che siano anche applicabili trasversalmente sui diversi business”.

Sviluppo dei core business con attività mirate e focus sull’After Sales

Gli investimenti nella tecnologia e nella presenza commerciale sosterranno la crescita di tutti i core business del gruppo, ovvero il pomodoro, la frutta, i vegetali, la birra e il dairy (prodotti derivati dal latte).

Il fine, continua il CEO, “è quello di difendere la nostra leadership ove l’abbiamo in maniera evidente, come ad esempio nel business del pomodoro, e di svolgere invece acquisizioni o attività di ricerca e sviluppo mirate negli altri settori per raggiungere livelli di eccellenza tecnologica e scalare posizioni di mercato”.

Per la crescita del business è inoltre molto rilevante la componente After Sales “che ci consente sia di incrementare la profittabilità sia di dare al cliente un servizio che ci contraddistingua con un valore aggiunto distintivo rispetto agli altri player, grazie anche all’attività di manutenzione preventiva e predittiva ed all’offerta di un supporto tecnico da remoto, diventando non solo fornitori ma partner industriali per i nostri clienti”.

Il progresso diviene quindi un circolo virtuoso poiché “installare più macchine e più linee significa poter offrire ricambi, after sales ed attività di manutenzione e supporto. I benefici di questo approccio sono evidenti sia in termini di profittabilità sia di maggiore vicinanza al cliente, che come risultato indotto ha quello di essere leva per la vendita di nuovi impianti”.

Crescere nel portafoglio prodotti ampliando il know how

L’ultimo punto, ma forse il più importante, della strategia di CFT, prosegue Merusi, “è l’intenzione di proporci come un integratore che fornisce al cliente una soluzione altamente personalizzata e ingegnerizzata, ma che può al tempo stesso proporsi anche come colui che integra tecnologie e prodotti il cui know how è interno al gruppo”.

Il cliente si aspetta infatti una linea completa con caratteristiche di velocità, precisione ed efficienza, spiega l’amministratore delegato, “e noi dobbiamo garantirle in maniera indistinta, sia che contengano macchinari con tecnologie fornite da CFT che da fornitori terzi”.

“Un system integrator con tecnologie per la maggior parte acquisite esternamente è infatti più debole sia dal punto di vista della marginalità che dal punto di vista della qualità del servizio”.

Per risolvere questo problema CFT “individua quali sono gli equipment e le macchine che potranno essere sviluppate internamente con attività di R&D e quelle che è necessario o opportuno, per ragioni di complessità e/o tempistiche, trovare in aziende esterne con cui intavolare partnership, joint venture o su cui arrivare ad operazioni di acquisizione”.

La business combination come spinta per lo sviluppo

Su questi ambiti si concentra dunque l’attività di M&A, incentrata su una serie di operazioni di modeste dimensioni scelte in modo accurato in base alle sinergie. Attività che, nelle previsioni del management, dovrebbe contribuire per 60-70 milioni all’incremento del fatturato previsto da qui al 2022.

Ed è proprio per sostenere queste operazioni che CFT ha scelto di quotarsi in Borsa tramite la business combination con la spac Glenalta, completata lo scorso luglio, che ha permesso di raccogliere circa 80 milioni.

Il settore di riferimento di CFT si presta infatti a questo tipo di strategie grazie alle diverse opportunità presenti in un mercato frammentato e con diversi player adatti ad essere integrati all’interno di un soggetto consolidatore.

“Quando abbiamo scelto di muoverci in questa direzione – ha spiegato l’amministratore delegato – avevamo la consapevolezza che il vantaggio dato delle risorse finanziarie va di pari passo con la necessità di spenderle in modo adeguato in un processo di crescita coerente con la nostra strategia”.

Allo sviluppo accelerato spesso richiesto dal mercato, CFT risponde infatti con “una logica di crescita per linee esterne che punta sull’aggregazione di target che siano sinergici con la nostra proposta commerciale, ma ad un prezzo e a dei multipli adeguati. Infatti, dobbiamo spendere le risorse in modo accurato, evitando le aste competitive, garantendo quindi il ritorno dell’investimento nel medio termine”.

Il 2018 – Quattro acquisizioni e ricavi a 240 milioni

Le operazioni di M&A hanno infatti caratterizzato l’anno in corso, nel quale CFT ha messo a segno quattro acquisizioni: Comac (61,72% per 25 milioni), Packaging del Sur – PKS (51% per 4 milioni), ADR (75% per 2 milioni) e Milk Project.

Fra queste, aggiunge il CEO, “le più importanti sono quelle di Comac, attiva negli impianti di infustamento della birra, e di PKS, che opera nel packaging secondario (incartonatrici e fardellatrici), poiché riguardano tecnologie molto importanti che mancavano nel panorama del nostro gruppo”.

Queste acquisizioni “hanno permesso di ampliare il nostro portafoglio prodotti sia in un’ottica “offensiva” sia con uno scopo “difensivo”, impedendo ad altri di accaparrarsele e quindi recuperare punti nei nostri confronti”.

Internamente, invece, il gruppo ha proseguito investendo nella ricerca e sviluppo, in particolare nei sopra citati segmenti del sorting e della robotica.

Questi sforzi dovrebbero permettere al gruppo di centrare la guidance 2018, raggiungendo ricavi pari a 240 milioni con un margine di circa l’8,5 per cento.

Finora, nel primo semestre, CFT ha evidenziato ricavi per 122 milioni, un Ebitda pari a 10,8 milioni e un utile netto adjusted, rettificato degli ammortamenti relativi agli avviamenti, pari a 4,4 milioni. La posizione finanziaria netta è stata invece positiva per 8 milioni.

Lo scenario per il prossimo futuro si conferma positivo

Da questa base CFT parte dunque per raggiungere nel 2022 un fatturato pari a 350 milioni con un margine compreso tra il 10 e l’11 per cento, rappresentativo di un’Ebitda adjusted di almeno 35 milioni.

Nel farlo, il gruppo sarà favorito dallo scenario macroeconomico che, afferma Alessandro Merusi, “ci fa guardare con cauto ottimismo verso il futuro. Infatti, la popolazione mondiale e la classe media sono in crescita e sostengono il mercato del food & beverage, soprattutto per quanto riguarda i piatti pronti e i prodotti di quarta gamma”.

Inoltre, “in tutti i nostri business si registra una crescente domanda di prodotti di qualità e con importanti standard di sicurezza alimentare, sempre più importante per il miglioramento della reputazione e della brand awareness dei nostri clienti. Questo trend sta sostenendo il business del sorting, in cui stiamo registrando una crescita del 10% su base annua in termini di volumi”.

Per questo, spiega l’amministratore delegato, “stiamo facendo importanti investimenti nel settore, in modo da essere in grado di sostenere questa crescita nel medio termine”.

Infustamento della birra e ripresa del pomodoro come driver nel breve termine

Per quanto riguarda invece i mercati maturi in cui opera, il gruppo sta riscontrando un trend positivo nel mercato della birra, in particolare nel segmento del riempimento dei keg in cui CFT è diventata leader grazie all’acquisizione di Comac.

Il ciclico mercato del pomodoro, come evidenzia il portafoglio ordini per il 2019, mostra invece segnali di ripresa dopo il calo registrato nell’esercizio in corso, mentre i prodotti a base di latte stanno evidenziando un discreto incremento, principalmente nel Sud Est Asiatico e in Medio Oriente.

“I mega trend sono positivi, i business più innovativi della selezione ottica sono in crescita del 10% e i mercati più maturi mostrano un andamento che ci fa rimanere ottimisti, senza segni di decrescita” chiosa infine Merusi.

Il rischio della competizione come principale criticità

Le possibili criticità dunque, per un gruppo che opera in così tanti mercati, spiega il CEO “non sono nella domanda, ma nella competizione”.

“Sui mercati dove abbiamo una leadership maggiore, come ad esempio nel pomodoro, nei frutti e nei vegetali, nel sorting e nel riempimento dei keg, è più facile avere dei margini più elevati. Nei segmenti tradizionali del beverage invece, come il riempimento di lattine e bottiglie, abbiamo una leadership più modesta e sentiamo maggiormente la competizione”.

Outlook

Le stime indicate dal management di CFT prevedono una crescita del fatturato dai 240 milioni previsti per il 2018 fino agli oltre 350 milioni attesi nel 2022.

Di questi oltre 100 milioni di crescita, 60-70 milioni verranno generati sfruttando le integrazioni e le sinergie commerciali create attraverso i processi di M&A, rivolti soprattutto verso aziende di modeste dimensioni.

La parte restante proverrà da una crescita organica ad un tasso medio annuo stimato intorno al 4% incentrata sulla sopra citata attività di ricerca e sviluppo nel sorting e nella robotica e sullo sviluppo dei core business.

Lo sviluppo, in generale, beneficerà del rafforzamento del ciclo di business che negli ultimi due anni ha visto generare circa il 15% di ricavi nell’After Sales, il 25% dalla vendita di macchine singole e il resto dalle linee complete.

CFT intende accrescere il giro d’affari dei primi due segmenti, partendo dal rafforzamento della propria offerta di linee complete, all’interno delle quali installare macchinari con tecnologie proprietarie grazie agli sforzi in R&D e acquisizioni.

Come effetto, si avrà una maggiore richiesta delle singole macchine, con una marginalità maggiore rispetto alle linee, che a sua volta comporterà un aumento della domanda di servizi After Sales, anch’essi con un’elevata redditività.

La crescita del giro d’affari dovrebbe portare la redditività dall’8,5% atteso nel 2018 fino al 10-11% nel 2022, con una crescita di circa 200 punti base.

Di questi, la metà è legata allo sviluppo organico sopra descritto, grazie anche a maggiori efficienze negli acquisti, a sinergie industriali e a un migliore product mix, con la riduzione del focus su business poco profittevoli in favore di quelli a maggiori margini come le macchine singole.

L’altra metà invece deriverà dalla maggiore profittabilità e dal recupero del gap tecnologico, favorito dalla strategia di M&A.