Banco Bpm di nuovo sotto i riflettori a Piazza Affari. Nella seduta di oggi le azioni dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna intorno alle 09:45 guadagnano il 3,2% a 2,08 euro, mentre l’indice di settore Ftse Italia banche sale solo dello 0,6 per cento.
Prosegue quindi per il titolo la fase di recupero avviata il 26 ottobre, dopo che ha toccato quota 1,55 euro, il minimo mai raggiunto dalla creazione del gruppo nel gennaio 2017.
Da allora le azioni hanno recuperato il 30 per cento. Un rialzo legato alla discesa dello spread, dopo i picchi toccati nei momenti di massima tensione con la UE per la bocciatura della manovra finanziaria e l’avvio della procedura di infrazione. Ma non solo.
Banco Bpm è alle battute finali di un riassetto che potrebbe cambiare decisamente il volto dell’istituto nato il 1° gennaio 2017 dalla fusione di Banca Popolare di Milano e Banco Popolare, appesantito da un fardello di circa 31 miliardi di crediti deteriorati (dato aggregato al dicembre 2016), di cui 19 miliardi di sofferenze.
E che ora, a fine 2018, quindi solo dopo due anni, potrebbero avvicinarsi ai 10 miliardi se andasse in porto la vendita del pacchetto nella misura massima di 8,5 miliardi per il quale sono arrivare alcune offerte formali. Oppure la cessione potrebbe fermarsi a 3,5 miliardi, in ogni caso dimezzando in un biennio la posizione di partenza in termini di crediti deteriorati.
Le dimensioni finali della pulizia dipenderanno da quanto l’istituto riuscirà a disporre in termini patrimoniali, dopo il riassetto del settore del credito al consumo, nel quale sta giocando le proprie pedine in una trattativa con Crédit Agricole.
Dal punto di vista di mercato, sul titolo persiste una forte quota di scoperto. Le posizioni nette corte segnalate dalla Consob, tuttavia, risultano a ieri pari all’8,84%, in calo rispetto al 9,2% toccato la settimana scorsa.
La tabella seguente mostra l’azione di de-risking di Banco Bpm.