Il consiglio di amministrazione di Carige, in una riunione fiume, ha approvato il piano di conservazione del capitale richiesto dalla Bce e che oggi sarà presentato all’autorità di Francoforte. Inoltre, ha stabilito che il nuovo piano industriale sarà approvato entro il primo trimestre 2019.
Il piano di conservazione del capitale prevede l’emissione di un bond subordinato per una cifra compresa tra i 320 milioni e i 400 milioni, che sarà in collocamento a partire da oggi stesso e avrà una cedola pari al 13 per cento.
L’emissione sarà sottoscritta per 320 milioni dallo Schema Volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd), la cui assemblea oggi dovrebbe approvare ufficialmente l’intervento.
Quanto alla restante parte, compresa tra zero e 80 milioni a seconda delle adesioni, sarà offerta agli attuali soci e aperta a investitori istituzionali. La banca sottolinea in una nota che l’emissione del prestito subordinato Tier2, anche nell’ipotesi che non superi i 320 milioni, consente il ripristino dei requisiti Srep 2018.
Il piano prevede, inoltre, un aumento di capitale da 400 milioni che sarà sottoposto all’approvazione dell’assemblea di Carige il prossimo 22 dicembre e che dovrebbe essere lanciato entro il mese di aprile 2019. Il prestito farà quindi da “ponte” all’operazione di aumento di capitale.
Le obbligazioni prevedono infatti la possibilità che vengano rimborsate mediante denaro o “mediante compensazione (euro per euro) del credito da rimborso delle obbligazioni con il debito da sottoscrizione delle azioni”. Quindi con la trasformazione degli obbligazionisti in azionisti della banca.
Nell’ambito del piano di conservazione del capitale, la banca ha inoltre predisposto la cessione a un apposito veicolo finanziario di 900 milioni di sofferenze, che verranno cedute tramite una cartolarizzazione per la quale sarà richiesta la garanzia statale (Gacs).
Quanto all’evoluzione dei coefficienti patrimoniali l’istituto ha comunicato che “relativamente al 2019, anche nell’ipotesi conservativa che l’intera crescita del Capital Conservation Buffer normativamente prevista (+0,625% rispetto al 2018) venga riflessa nei target Srep assegnati alla banca, il completamento dell’operazione di rafforzamento mediante l’aumento da 400 milioni (in sostituzione del prestito subordinato) consentirà il rispetto dei requisiti”.
Il comunicato fa anche riferimento a un contenzioso con l’acquirente della società Creditis, che era stata venduta al fondo Chenavari ma della quale non si era ancora arrivati al closing definitivo. “L’evoluzione dei ratio patrimoniali delineati non subirà alcun impatto materiale in relazione alla cessione di Creditis sulla quale pende un contenzioso tra le parti”, si legge nella nota.