La Bce ha rivisto il criterio “capital key” a partire dal 1° gennaio 2019. Quello dell’Italia scenderà dal 12,31% all’11,8 per cento.
Il criterio del “capital key” viene utilizzato per determinare la percentuale di capitale che ciascuna delle banche Centrali nazionali deve fornire alla Bce. La percentuale viene ricalcolata ogni cinque anno in base al Pil e alla popolazione di ogni Stato membro dell’Unione Monetaria.
Tale proporzione è rilevante poiché viene utilizzata per determinare la porzione di acquisto dei bond governativi da parte della Bce nell’ambito dell’attuale programma di stimolo monetario, che terminerà a fine anno.
Secondo il comunicato dell’Eurotower, la quota sul capitale aumenterà per sedici banche nazionali, in particolare per la Germania crescerà dal 18% al 18,37% e per la Francia dal 14,18% al 14,2 per cento.
Mentre per dodici Paesi la proporzione diminuirà, tra cui appunto l’Italia, e la Spagna (dall’8,84% all’8,34%).