Intesa Sanpaolo e Intrum, avendo ottenuto le necessarie autorizzazioni da parte delle autorità competenti, hanno portato a termine l’accordo per la partnership strategica riguardante i crediti deteriorati, firmato e reso noto al mercato lo scorso 17 aprile.
L’accordo prevede la costituzione di una piattaforma di servicing detenuta al 51% da Intrum e al 49% da Intesa Sanpaolo, oltre che la cessione e cartolarizzazione di un portafoglio di crediti in sofferenza del gruppo bancario.
Il closing dell’operazione si traduce in una plusvalenza di circa 400 milioni dopo le imposte nel conto economico consolidato del gruppo Intesa Sanpaolo nel quarto trimestre 2018.
“Oggi abbiamo concluso un’operazione che rappresenta un passaggio fondamentale nella realizzazione del piano di impresa 2018-2021, con la riduzione di circa 11 miliardi – al lordo delle rettifiche – dello stock dei crediti deteriorati, senza alcun onere per i nostri azionisti”, ha commentato Carlo Messina, Ad di Intesa Sanpaolo.
“Questa operazione, che ci ha consentito di superare già la meta’ dell’obiettivo di riduzione fissato dal piano per fine 2021, si inserisce nella strategia di de-risking, su cui il gruppo si è focalizzato a partire dal 2015. La strategia ha permesso di diminuire lo stock di crediti deteriorati per complessivi 26 miliardi negli ultimi tre anni, senza costi per gli azionisti”, ha aggiunto il manager.
“La banca ha trovato in Intrum il partner migliore per dare vita a una società che si colloca tra i leader di mercato e dalla quale ci aspettiamo risultati molto positivi”, ha concluso il Ceo.