Banca Generali ha presentato i propri obiettivi finanziari per i prossimi tre anni che prevedono un incremento delle masse del 30% a 80 miliardi, il tutto mantenendo un elevato livello di redditività che permetterà una generosa politica di dividendi. Il pay-out è stato fissato al 70/80% dell’utile, con una cedola in ogni caso non inferiore a 1,25 euro.
Banca Generali ha presentato ieri a Londra agli investitori istituzionali le proprie linee guida strategiche e i target finanziari del triennio 2019-21. Un piano che è basato sul concetto di crescita sostenibile.
Da una parte, infatti, vengono posti ambiziosi target di incremento delle masse per le quali è previsto che possano crescere del 30% nei prossimi tre anni, arrivando a toccare quota 80 miliardi.
Dall’altra verrà mantenuta la forte focalizzazione sulla redditività, anche grazie allo stretto controllo dei costi, il cui aumento dovrebbe non superare il 3-5% nel periodo.
Redditività che sarà redistribuita agli azionisti con una generosa politica dei dividendi, grazie a un pay-out fissato al 70-80% dell’utile. Ma in ogni caso non inferiore a 1,25 euro per azione, corrispondenti alla cedola 2018.
Un piano che è stato apprezzato dagli investitori e dagli analisti che hanno giudicato credibili le proiezioni e gradito la politica di remunerazione degli azionisti, con la cedola minima che ai corsi attuali rappresenta uno yield del 6,2 per cento.
Quanto alla strategia di crescita, il nuovo percorso prosegue nel solco della traiettoria di sviluppo portata avanti dal gruppo dal 2013 a oggi, ma si smarca e ne allarga le prospettive.
Innanzitutto affacciandosi sui mercati internazionali, dove è stata annunciata l’acquisizione della società di gestione svizzera Valeur Fiduciaria, boutique con sede a Lugano, che svolgerà il ruolo di perno per la crescita estera.
Poi allargando l’offerta di servizi di consulenza e gestione sul modello del family office, in un’ottica di servizio completo per la protezione degli asset dei propri clienti.
Il tutto accompagnato da una forte accelerazione dei processi di digitalizzazione per offrire alla propria clientela una piattaforma informatica di avanguardia e seguendo la logica di specifiche alleanze con i migliori operatori. In questa logica è da leggere l’alleanza con la piattaforma di trading Saxo, la cui offerta partirà nel primo trimestre 2019.
“Stiamo entrando in una nuova fase di sviluppo con una serie di azioni strategiche che ci consentiranno di marcare ulteriormente il nostro posizionamento distintivo come banca private raggiungendo importanti obiettivi dimensionali e di redditività”, sottolinea Gian Maria Mossa, amministratore delegato di Banca Generali.
Negli ultimi 5 anni la crescita è stata rilevante, con un raddoppio delle masse passate dai 29,1 miliardi del 2013 ai 58,5 miliardi del settembre 2018, cifra utilizzata come base di partenza per le proiezioni che fissano gli asset al 2021 tra i 76 miliardi e gli 80 miliardi. Il dato comprende il contributo della Svizzera pari a 3,1-4,4 miliardi, includendo sia l’acquisizione del gestore patrimoniale Valeur, sia il piano di sviluppo organico sul mercato elvetico. Le masse riferite ai contratti di consulenza evoluta sono attese a 5,5-6 miliardi.
“Veniamo da un decennio di forte liquidità nel sistema finanziario e abbiamo davanti a noi una serie di incognite legate alle prospettive economiche e monetarie”, commenta Mossa, “che ci hanno spinto a riflettere sulle migliori opportunità per una crescita sostenibile ben definita e bilanciata nel tempo”.
Secondo il manager, infatti, in Italia vi sono ancora notevoli prospettive di sviluppo per il settore della consulenza finanziaria, nonostante i timori legati allo scenario economico e all’andamento dei mercati nonché all’introduzione della nuova normativa Mifid2.
Mossa sottolinea come la ricchezza degli italiani fosse pari nel 2017 a 9,8 trilioni, di cui 5,3 rappresentati da immobili e 4,4 da asset finanziari, in crescita di 400 miliardi rispetto al 2013. All’interno di questo segmento gli asset gestiti rappresentano solo il 22% ed è in atto una riallocazione da parte dei risparmiatori, che vede una diminuzione del peso degli immobili a favore degli asset finanziari. “Abbiamo un oceano blu di fronte a noi” ha osservato Mossa, rimarcando come l’Italia sia il Paese dove investire.
Per questo sono considerate solide e raggiungibili le proiezioni relative alla raccolta che stimano per il prossimo triennio un flusso cumulato di raccolta netta superiore ai 14,5 miliardi di cui 12,6-14,4 miliardi riferiti all’attuale perimetro e 2,1-3,4 miliardi riferiti alla raccolta netta delle nuove attività in Svizzera.
“Crediamo fortemente nella validità del nostro modello di business centrato sulla figura del consulente private per la protezione dei patrimoni che andiamo a rafforzare grazie all’arricchimento delle soluzioni di investimento e a nuovi servizi di wealth management. L’avvio dell’espansione all’estero e la spinta alla tecnologia non solo nelle piattaforme operative, ma anche nel brand e nei servizi digitali per i clienti, potenziano la nostra leadership e le opportunità nel settore”, ha concluso Mossa.