Comparto bancario sotto pressione a Piazza Affari, come gran parte del resto del listino. Intorno alle 11:45 l’indice di settore lascia sul terreno il 3,3 per cento.
L’andamento odierno risente delle incertezze legate alla questione commerciale internazionale, con gli investitori che sono diventati più scettici sul fatto Stati Uniti e Cina possano arrivare ad un accordo concreto per risolvere la disputa sui dazi dopo l’iniziale ottimismo seguito alla tregua di 90 giorni raggiunta lo scorso week end durante il G-20 dai due presidenti, Donald Trump e Xi Jinping.
A gettare un’ulteriore ombra c’è la notizia dell’arresto in Canada di un top manager del colosso tecnologico cinese Huawei su richiesta americana.
Per quanto riguarda l’Italia, l’attenzione resta concentrata su come il Governo e la Commissione Europea possano concretamente arrivare a un compromesso sulla legge di Bilancio, dopo i toni positivi espressi negli ultimi da esponenti di entrambe le controparti.
“Il dialogo è davvero iniziato, non ci si scambia più invettive. Il Governo italiano ha cominciato a presentare misure che permettono la riduzione del deficit e soprattutto di tagliare il debito”, ha affermato in un’intervista il commissario agli Affari Economici, Pierre Moscovici.
“Siamo sulla strada giusta, ma dobbiamo continuare a fare progressi. Ai miei amici italiani dico: tutto ciò che è consentito dal patto lo avrete. Flessibilità? L’avrete. Ma attenzione: una cosa che non posso ignorare sono le regole. E ciò significa fare uno sforzo ulteriore”, ha aggiunto l’esponente europeo.
“Per tenere i conti in ordine bisogna guardare al dato strutturale, per cui dobbiamo contenere il debito e anche il rapporto deficit/Pil 2020 e 2021”, ha affermato ad un’agenzia il premier, Giuseppe Conte, che il prossimo 11 dicembre incontrerà di nuovo il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker.
In tale contesto lo spread Btp-Bund torna a salire, portandosi a 284 pb dopo che ieri era sceso fino a 278 punti base (fonte Mts Markets), contribuendo a frenare il settore creditizio, su cui scattano anche prese di profitto dopo il recupero degli ultimi giorni.
Pesanti tutti i titoli del Ftse Mib, con UniCredit (-3,6% a 11,22 euro), Ubi (-3,7% a 2,75 euro), Mediobanca (-2,3% a 7,56 euro), Intesa Sanpaolo (-2,9% a 2,02 euro), Bper (-1,7% a 3,71 euro) e Banco Bpm (-3,1% a 2,16 euro).
Stesso copione sul Mid Cap, con Credem (-3,6% a 5,12 euro), Creval (-2,1% a 0,0805 euro), Popolare Sondrio (-3,2% a 2,70 euro) e Mps (-2,5% a 1,67 euro). Tra le Small Cap male Banco Desio (-2,2% a 1,76 euro) e Carige (-5,3% a 0,0018 euro).
La seduta difficile del comparto bancario si riflette anche sui titoli dell’asset management, con Banca Generali (-3,1% a 19,16 euro), Banca Mediolanum (-2,8% a 5,11 euro), Azimut (-3% a 10,69 euro), Fineco (-4,2% a 9,31 euro) e Anima (-6,3% a 3,43 euro).