Intonazione positiva per i principali listini europei intorno alle 11:45, con il Ftse Mib a +1,07% in area 18.848 punti. Salgono anche il Dax di Francoforte (+0,9%), il Ftse 100 di Londra (+1,8%), il Cac 40 di Parigi (+1,6%) e l’Ibex 35 di Madrid (+1,2%).
Un recupero sostenuto dalle indicazioni della Fed. Dopo il rialzo dei tassi atteso al meeting di questo mese, la Federal Reserve potrebbe prendere tempo prima di ulteriori strette, in attesa di capire l’evoluzione della congiuntura economica, su cui pesa l’impatto disinflattivo del prezzo in discesa del greggio.
In un’ottica di rialzo la Fed potrebbe quindi scegliere di mettere in pausa i regolari aumenti trimestrali seguiti da due anni a questa parte ed evitare l’aumento di marzo. In questo senso, maggiori indicazioni potrebbero arrivare oggi pomeriggio con la pubblicazione del Job Report di novembre.
Proseguono invece i timori di una nuova escalation delle tensioni commerciali dopo l’arresto in Canada del Cfo, e figlia del fondatore, di Huawei, Weng Wanzhou, su mandato degli Stati Uniti per accuse legate alla violazione dell’embargo sull’Iran.
Un episodio ancora poco chiaro, ma che rischia di compromettere nuovamente i dialoghi commerciali con la Cina, a pochi giorni di distanza dal tentativo di riavvicinamento nel G20, alimentando nuovamente il clima di avversione al rischio.
Gli investitori sono sempre meno inclini a credere alle parole di Trump, il quale in un tweet nella notte ha detto di concordare con un comunicato della Cina nel quale si conferma ottimismo sul fatto di raggiungere un accordo entro i 90 giorni.
Sul fronte Brexit, la Premier May starebbe valutando la possibilità di posticipare il voto in Parlamento per l’approvazione dell’accordo con la UE, previsto l’11 dicembre. Il motivo sarebbe quello di prendere tempo, rispetto ad una sconfitta che sembra quasi certa.
Fitch ha avvisato che l’eventualità di arrivare alla scadenza di marzo 2019 senza un accordo sarebbe “deleteria e acrimoniosa”. Visto “l’intensificarsi delle divisioni politiche interne nel Regno Unito e gli scarsi progressi fatti nelle trattative con l’Ue”, una Brexit senza intesa è sempre più probabile, secondo l’agenzia americana.
Altro evento di rilievo rimane la riunione dell’OPEC, dopo che ieri l’incontro tra i soli membri dell’organizzazione si è concluso con un nulla di fatto. Le trattative sui nuovi tagli alla produzione continueranno anche nella giornata odierna nella riunione allargata ai membri non-OPEC.
Intorno a metà seduta, dopo il tonfo di ieri, il Wti scambia a 51,33 $/bl (-0,3%) mentre il Brent quota 60,17 $/bl (+0,2%).
Nel comparto del reddito fisso, lo spread Btp-Bund riparte in lieve calo a 289 punti base con il rendimento del decennale italiano al 3,14 per cento, mentre proseguono le trattative tra Roma e Bruxelles sulla manovra. Smentite invece la voci sulle dimissioni del Ministro dell’Economia Giovanni Tria.
Sul Forex si rafforza lo yen, riportando il cambio con il dollaro a 112,8 e il cross con l’euro a 128,3 mentre l’euro/dollaro è stabile a 1,137.
Tornando a Piazza Affari, scatta in vetta al Ftse Mib UNIPOL GRUPPO (+3,2%), seguita da CAMPARI (+2,9%) e FERRARI (+2,8%). In fondo al listino invece MEDIOLANUM (-1,1%) e BPER (-1,2%).