L’Opec+ ha raggiunto un accordo sull’introduzione di nuovi tagli alla produzione nel 2019 per complessivi 1,2 milioni di barili/giorno, di cui 400 mila da parte dei paesi non-Opec.
Lo hanno reso noto alcuni funzionari vicini all’organizzazione, anche se finora non è stato ancora diffuso un comunicato ufficiale, indicando il livello di produzione come base di riferimento della riduzione.
Il taglio concordato è superiore alle indiscrezioni circolate negli ultimi giorno, che vedevano come più probabile una riduzione complessiva di un milione di barili o ancora inferiore come inizialmente richiesto dalla Russia.
L’organizzazione è riuscita inoltre a superare l’ostruzionismo dell’Iran, che ha richiesto e ottenuto l’esenzione dai tagli.
La notizia ha acceso la spinta rialzista sulle quotazioni del greggio, con Wti a 53,7 $/bl (+4,2%) e Brent a 63 $/bl (+4,9%) intorno alle 15:15.
Ne stanno beneficiando anche i principali titoli petroliferi a Piazza Affari, con Saipem (+6,4%) ed Eni (+3,4%) in vetta al listino principale, seguite da Tenaris (+2,4%).
Ora non resta che attendere la reazione del presidente americano Donald Trump, che più volte nelle ultime settimana ha intimato all’Opec, ed in particolare all’Arabia Saudita, di mantenere la produzione al livello attuale, in modo tale da tenere bassi i prezzi.