Vendite sull’equity europeo, con i listini continentali che aggravano le perdite in scia al peggioramento di Wall Street dopo un avvio cauto.
A Piazza Affari il Ftse Mib archivia le contrattazioni in ribasso dell’1,8% a 18.410 punti, pressoché in linea con il Dax di Francoforte (-1,5%), il Cac 40 di Parigi (-1,5%) e l’Ibex 35 di Madrid (-1,8%). Meno arretrato il Ftse 100 di Londra (-0,8%), grazie al deprezzamento della sterlina.
Oltreoceano S&P e Dow Jones cedono oltre un punto percentuale dopo aver avviato le contrattazioni poco distanti dalla parità, mentre il Nasdaq limita la perdita a circa mezzo punto percentuale.
L’arresto del Cfo di Huawei su mandato degli Stati Uniti ha riacceso lo scontro fra Washington e Pechino, vanificando la debole intesa fra Donald Trump e Xi Jinping siglata al G20 di Buenos Aires. il vice ministro degli Esteri cinese, intanto, ha convocato l’ambasciatore americano Terry Branstad per chiedere la scarcerazione della manager.
Per quanto riguarda le banche centrali e la politica monetaria, in attesa del meeting di giovedì della Bce, le ultime dichiarazioni degli esponenti della Fed hanno indotto gli operatori a rivedere le aspettative sul percorso di rialzo dei tassi dell’istituto per il 2019, complici anche i dati più deboli del previsto sul mercato del lavoro a stelle e strisce.
Dinamica che aveva permesso all’euro di risalire a 1,14 dollari, grazie anche ai dati sul commercio tedesco, ma il cambio è poi sceso nuovamente a 1,137. La sterlina è in calo a 1,254 dollari e a 0,906 nei confronti della moneta unica, mentre alcune fonti riportano che il premier Theresa May potrebbe rinviare il voto sulla Brexit previsto per domani, al fine di evitare una sconfitta elettorale decisiva. Intanto, la Corte di Giustizia UE ha sentenziato che il Regno Unito ha la facoltà di revocare unilateralmente la decisione di lasciare il blocco.
In Italia proseguono i lavori per consegnare le cifre definitive della manovra, in vista del negoziato finale tra il Governo e la Commissione Europea per scongiurare l’effettiva irrogazione di sanzioni. Nel frattempo, lo spread Btp-Bund si ridimensiona a 285 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 3,09 per cento. Il tasso sul Treasury statunitense resta al 2,84 per cento.
Fra le materie prime perdono terreno le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 51,6 e 60,8 dollari al barile, nonostante l’accordo dell’Opec sui tagli alla produzione. Oro poco mosso a 1.245 dollari l’oncia.
A Piazza Affari crolla MEDIASET (-5,1%), penalizzata dal downgrade di JP Morgan da ‘neutral’ a ‘underweight’ con target price abbassato da 3,10 euro a 2 euro, mentre il presidente Fedele Confalonieri ha ribadito che al momento non c’è alcuna possibilità di accordo extra giudiziale con Vivendi.
Sottotono il settore del lusso, con MONCLER a -5,1% e FERRAGAMO a -2,8% dopo che Goldman Sachs ha tagliato le stime di crescita e di utili del comparto per il biennio 2019-2020. Arretra SAIPEM (-4,5%) in scia al calo del greggio; male CNH (-3,5%) e BUZZI (-3,4%).
Deboli i bancari; in controtendenza le utilities, con ENEL (-0,1%), A2A (+0,1%), SNAM (-0,5%) e TERNA (-0,5%) fra le migliori del Ftse Mib. Il gruppo guidato da Francesco Starace ha inoltre annunciato che investirà 300 milioni in Italia nel campo della mobilità elettrica.