Nei primi nove mesi dell’esercizio 2018 il settore dell’auto ha visto ricavi a livello aggregato in lieve crescita, in parte frenati dall’impatto sfavorevole dei cambi di conversione soprattutto nel primo semestre. Performance positive, invece, a livello di gestione operativa, riconducibili principalmente ad un generale miglioramento del mix che ha favorito un incremento degli utili.
I primi nove mesi 2018 si sono chiusi con risultati nel complesso in miglioramento per il settore dell’auto italiano, soprattutto a livello di margini operativi e utili, mentre i ricavi sono stati parzialmente frenati da un andamento sfavorevole dei cambi in particolare nel primo semestre.
Il fatturato è aumentato a livello aggregato del 3%, frutto principalmente del +3,3% segnato da Fca, che genera circa il 90% dei ricavi complessivi del settore. La casa di Detroit ha beneficiato dell’incremento dei volumi e del miglioramento del mix di prezzi, con un’accelerazione della top line nel terzo trimestre.
Ricavi in aumento anche per Brembo (+8%), con una crescita organica double digit (+11%), e per Piaggio (+3,4%; +8,4% a parità di cambi), mentre il Forex ha penalizzato in particolare Pirelli (-2,8%; +4,4% la crescita organica) e Sogefi (-1,8%; +3,3% a cambi costanti).
A livello di gestione operativa, il generale miglioramento del mix prodotto e l’effetto prezzi positivo sono stati in parte assorbiti dall’impatto negativo delle valute e, per quanto riguarda la componentistica, l’aumento dei costi delle materie prime.
In particolare, per Fca l’Ebit adjusted ha segnato un +2%, beneficiando soprattutto del +13% registrato nel terzo trimestre, grazie in particolare al contributo dell’area Nafta trainata dall’introduzione di nuovi modelli Jeep e Ram.
Spiccano inoltre le buone performance di Ferrari (+8% l’Ebitda e +8,4% l’Ebit) e Pirelli (+8,1% l’Ebitda e +7,5% l’Ebit, escludendo gli oneri non ricorrenti e i costi di start up). Quest’ultima ha beneficiato soprattutto del miglioramento del price/mix, sostenuto dal crescente peso dell’High Value, e dell’aumento dei prezzi, che hanno più che compensato l’incremento dei costi delle materie prime, la flessione dei volumi e l’impatto sfavorevole delle valute.
Sogefi (-5,4% l’Ebitda, -9,4% l’Ebit) ha risentito soprattutto dell’effetto cambi negativo e dell’aumento del prezzo dell’acciaio nelle Sospensioni, mentre i margini di Brembo (+3% l’Ebitda, -1,1% l’Ebit) sono stati frenati dai costi di ramp-up dei nuovi impianti e dagli investimenti effettuati nel periodo.
L’utile netto a livello aggregato è aumentato del 28,4%, grazie principalmente al contributo di Fca (utile netto adjusted +28%), oltre alle buone performance di Ferrari (+13,2%), Piaggio (+44%) e Pirelli (+90% risultato netto delle attività in funzionamento).
Dal lato patrimoniale l’indebitamento netto, rispetto al 31 dicembre 2017, è diminuito di circa 1,5 miliardi a 5,6 miliardi, frutto principalmente dell’azzeramento del debito di Fca in linea agli obiettivi del piano industriale.
Discorso a parte, infine, per Cnh che ha riportato risultati in forte miglioramento (+10% i ricavi e un Ebit adjusted più che triplicato), beneficiando soprattutto del buon andamento della divisione Macchine per l’Agricoltura in Nord America.