Si riunirà oggi a Brescia l’assemblea di Ubi che dovrà integrare il consiglio di sorveglianza, dopo le dimissioni di Renato Guerini.
Il consigliere uscente sarà sostituito da Alberto Carrara, la cui candidatura è frutto di un accordo tra le diverse correnti dell’azionariato. Un’intesa che mostra la volontà di superare le contrapposizioni del passato tra l’anima bresciana e quella bergamasca dei soci e che potrebbe preludere alla formazione di un nocciolo unico, anche in vista del passaggio al sistema monistico di governance che avverrà la prossima primavera.
Attualmente i soci bresciani detengono il 12,5% attraverso il Sindacato Azionisti Ubi, mentre i bergamaschi sono riuniti nel Patto dei Mille che possiede il 3,1 per cento. Altro azionista di peso è la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, che con il suo 5,91% ad oggi non ha aderito a nessun patto ma potrebbe fare parte del nuovo assetto.
La coagulazione di questi tre gruppi porterebbe a un nucleo stabile vicino al 22 per cento. Un asset importante anche in vista di possibili aggregazioni.
Il consigliere in pectore Carrara è un commercialista bergamasco che ha ricoperto il ruolo di presidente del collegio sindacale di Banca Popolare di Bergamo fino al momento della creazione del gruppo unico con l’abbandono del sistema federale.
Il suo mandato scadrà nella primavera del 2019, quando l’assemblea di Ubi provvederà al rinnovo degli organi sociali con il passaggio al sistema monistico e l’abbandono del sistema duale che ha retto la banca fino dalla sua nascita nell’aprile 2007.
Intanto a Piazza Affari intorno alle 10:30 i titoli Ubi cedono il 3,4% a 2,5 euro, in una giornata di vendite sul settore il cui indice perde il 2,5 per cento.