A pochi giorni dall’assemblea che si riunirà sabato 22 dicembre e dovrà approvare l’aumento di capitale da 400 milioni necessario per rimborsare il bond subordinato e mettere in sicurezza i conti, i titoli Carige sprofondano intorno alle 12:00 a un nuovo minimo a 0,0015 euro (-6,3%).
In realtà gli scambi sono ridotti al lumicino e gli scarti consistenti tra un prezzo e l’altro sono legati anche alla ragione tecnica data dal fatto che, visto il valore risicato del titolo, anche il minimo scostamento del prezzo pari a 0,0001 euro rappresenta il 6,6% del prezzo.
Tuttavia, l’orizzonte della banca resta molto complicato. Secondo le ultime notizie, pare infatti che lo scontro legale con il fondo Chenavari riguardo alla vendita della società di credito al consumo Creditis si sia fatto più duro e che il fondo abbia avviato un’azione nei confronti dell’istituto.
Chenavari chiede l’esecuzione dell’accordo vincolante per la cessione dell’80% di Creditis per 80,1 milioni, siglato nel dicembre 2017. Secondo la banca, tuttavia, la vendita non potrebbe essere finalizzata visto il mancato raggiungimento dell’intesa su alcune condizioni.
Inoltre il fondo Chenavari, che si era impegnato ad acquistare un pacchetto del 5% delle azioni della banca nell’ambito dell’aumento di capitale del dicembre 2017, le aveva subito rivendute sul mercato, contribuendo al deprezzamento del titolo dopo il rafforzamento patrimoniale.
Sul fronte della ricerca di un partner di lungo periodo per la banca, è tornato a circolare il nome del fondo Attestor, che in Italia ha recentemente acquistato la maggioranza di Banca Intermobiliare (Bim) dalle ex banche venete e per la quale ha proceduto a una ricapitalizzazione che si chiude proprio oggi.
Qualche giorno fa si era diffusa la notizia di un interesse da parte di Attestor per la sottoscrizione di una parte della tranche del bond subordinato di Carige riservata ai soci o agli investitori istituzionali e pari a 80 milioni, ma aumentabile in caso di richieste superiori.
Le voci più recenti, invece, riferiscono che l’investitore starebbe esaminando la possibilità di un’aggregazione tra le attività di Bim e quelle di Carige.