Il Ftse Italia Banche avvia l’ottava con un ribasso del 2,2% e in linea all’omologo europeo (-1,7%), frenando anche il Ftse Mib (-1,1%).
L’attenzione degli investitori continua ad essere rivolta alla tenuta dei conti pubblici italiani. Il mercato resta in attesa di capire se alla fine si arriverà a un accordo tra Commissione Europea e Governo italiano sulla legge di Bilancio, in modo da evitare l’avvio di una formale procedura d’infrazione contro Roma da parte di Bruxelles. Quest’ultima dovrebbe esprimere un primo parere mercoledì 19 dicembre.
Secondo fonti di stampa il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha inviato all’organo europeo una nuova versione della manovra economica, con le correzioni richieste dalla stessa Bruxelles, con il rapporto deficit/Pil che viene indicato al 2,04% per il 2019, in linea con quanto proposto dal premier, Giuseppe Conte, al presidente della Commissione UE, Jean Claude Juncker, nel vertice tenutosi la settimana scorsa.
“Il dialogo tra la Commissione e l’Italia sul progetto di manovra per il 2019 continua. La Commissione stabilirà i prossimi passaggi sulla base del risultato del dialogo in corso”, hanno fatto sapere da Bruxelles.
A pesare anche le incognite sul fronte internazionale, a partire dalla Brexit e dalla questione commerciale tra Stati Uniti e Cina.
Nonostante in tale scenario lo spread Btp-Bund sia rimasto stabile in area 270 pb (fonte Mts Markets), l’incertezza che ancora in parte accompagna le trattative tra Italia e UE sulla manovra ha penalizzato il comparto bancario.
In rosso tutti i titoli del Ftse Mib, tra i quali contengono meglio le perdite ai 2 punti percentuali Intesa Sanpaolo, il cui Ad Carlo Messina ha rinviato al 2019 ogni eventuale discorso su una potenziale partnership nell’asset management, e Bper, che ha completato il de-risking previsto per quest’anno e sta già lavorando a quello del prossimo.
Lettera anche sui titoli del Mid Cap, con Credem (-4%), Popolare Sondrio (-3,2%), Creval (-4,9%), nonostante l’agenzia Dbrs abbia alzato il rating sui depositi e, in misura minore, Mps (-1,6%), con quest’ultima che resta particolarmente monitorata per i possibili impatti sulla solidità patrimoniale legati all’andamento dello spread e con l’agenzia Dbrs che ha alzato il rating sui depositi.
Tra le Small Cap sotto pressione Carige (-6,3%) che quota intorno a 0,002 euro, in attesa dell’assemblea del prossimo 22 dicembre che dovrà approvare l’aumento di capitale da 400 milioni e mentre circolano alcuni rumor circa un possibile partner finanziario di lungo periodo per la banca.
Proseguono gli acquisti su Banca Finnat (+1%), dopo la buona performance della settimana precedente.