Banca Popolare di Sondrio starebbe valutando di intervenire in modo più incisivo nell’ambito della strategia di de-risking, anche in vista del nuovo calendar provisioning per gli Npl in fase di definizione.
Secondo indiscrezioni di stampa, l’istituto starebbe valutando di conferire un mandato ad alcuni consulenti per definire un’azione complessiva di riqualificazione dell’attivo.
L’ammontare dei crediti deteriorati della banca è pari a circa 4,2 miliardi, suddivisi in 2,53 miliardi di sofferenze lorde (con un coverage del 68,61%) e 1,56 miliardi di unlikely to pay (coverage al 33,5%) e 128 milioni di esposizioni scadute. Il totale dei crediti deteriorati lordi è circa il 15% del totale dei crediti, mentre l’incidenza netta è di circa l’8 per cento. L’Npl ratio netto, ossia il rapporto tra sofferenze e crediti totali netti, è circa il 3 per cento.
Nella tabella sottostante viene riportata una tabella riassuntiva dei crediti detenuti dalla Popolare di Sondrio.
Finora l’istituto valtellinese guidato da Mario Pedranzini non ha proceduto ad operazioni di grandi dimensioni che potessero avere un elevato costo, anche per l’attenta politica di erogazione del passato che ha permesso all’istituto di avere un tasso di sofferenze nette pari al 3%, che sale all’8% se si considera il totale dei crediti deteriorati.
Il gruppo intende, però, non farsi cogliere impreparato da eventuali richieste della Bce che è sempre più attenta sulle attività di de-risking delle banche italiane.