UniCredit ha raggiunto un accordo con il fondo Caius per porre fine alla vicenda legale che vedeva la banca e il money manager contrapposti sul trattamento contabile degli strumenti Cashes.
UniCredit ha ritirato la causa contro il fondo che ha accettato di non tornare più a parlare della questione, ha acconsentito a pagare una somma transattiva all’istituto di credito tricolore e ha dichiarato di “continuare a ritenere che UniCredit sia un leader del settore bancario europeo con una solida capitalizzazione”.
Ma ripercorriamo le tappe della vicenda, iniziata con una lettera del fondo che accusava la banca di avere contabilizzato in modo errato gli strumenti Cashes e di cui ne voleva la conversione. Caius si era rivolto anche alle autorità bancarie europee per vedere riconosciuta la propria posizione.
Il 20 luglio 2018, però, l’Autorità Bancaria Europea non ha accolto la richiesta di Caius di aprire un’indagine per violazione del diritto UE rispetto al trattamento regolamentare dell’operazione Cashes. Successivamente, lo scorso 6 agosto 2018, UniCredit ha comunicato di avere citato presso il Tribunale di Milano Caius Capital e i fondi Caius chiedendo un risarcimento danni per circa 90 milioni.
Con l’accordo raggiunto “Caius prende atto della posizione assunta da UniCredit, ossia di avere sempre agito correttamente in relazione alla classificazione dei suoi strumenti di capitale sulla base delle approvazioni e delle indicazioni fornite a UniCredit stessa da parte delle autorità competenti”.
Il fondo si impegna a non intraprendere ulteriori iniziative pubbliche, legali o regolamentari in relazione a UniCredit o ai suoi strumenti finanziari e ad astenersi da ulteriori discussioni o dichiarazioni pubbliche in relazione alla banca o ai suoi strumenti finanziari.
In conformità a tale posizione, Caius ha chiuso con effetto immediato il sito internet che conteneva le sue precedenti comunicazioni e dichiarazioni pubbliche in relazione all’operazione Cashes.

























