Nonostante i diversi passi avanti, con l’adesione dello Schema Volontario del Fitd all’emissione del bond e la cessione del portafoglio di 964 milioni di sofferenze annunciata ieri, nello scenario di Carige permangono numerose incertezze.
E i titoli in Borsa hanno toccato ieri il nuovo minimo storico a 0,0013 euro, mentre stamattina in apertura scambiano a 0,0014 euro. Valori ancora ridotti al lumicino se si pensa che la capitalizzazione è pari a circa 70 milioni.
Per sabato prossimo, 22 dicembre, è convocata l’assemblea straordinaria che dovrà deliberare l’aumento di capitale. Finora la partecipazione di chi si è registrato è molto scarsa, ma si è iscritto il principale azionista, la Malacalza Investimenti, che detiene il 27,5% del capitale.
Il gruppo Malacalza, tuttavia, non si è espresso sulla propria volontà di voto e al momento non è ancora chiaro quale sarà la sua posizione. In passato, infatti, la famiglia di imprenditori aveva dichiarato la propria disponibilità all’ulteriore sostegno economico dell’istituto di credito. Quando si è però arrivati alla decisione di sottoscrivere i bond subordinati necessari al ripristino dei coefficienti richiesti dalla Bce ha fatto un passo indietro e bisognerà vedere cosa deciderà.
Per aderire secondo la propria quota all’aumento di capitale che dovrà essere approvato sabato e che partirà nel 2019, Malacalza dovrebbe versare 112 milioni. Per questo la famiglia vuole garanzie sulle prospettive dell’istituto, nonché una spiegazione su cosa ha provocato la carenza patrimoniale e sulle ulteriori rettifiche sulle quali la banca ha avviato una “ricognizione interna”.
All’ordine del giorno dell’assemblea vi sono l’approvazione dell’aumento di capitale fino a 400 milioni, incluso il sovrapprezzo da realizzare “entro il periodo di 18 mesi dalla data della deliberazione assembleare, con ogni più ampia facoltà di stabilire nell’esercizio della delega, modalità, termini e condizioni dell’operazione, ivi compresi il prezzo di emissione, comprensivo di eventuale sovrapprezzo delle azioni”.
Prima della ricapitalizzazione l’assemblea dovrà votare una proposta di riduzione del capitale per perdite e deliberazioni in merito alla mancata ricostituzione delle riserve valutative.
I cda chiede inoltre la delega “per consentire il soddisfacimento delle obbligazioni, da emettersi nel contesto della manovra di rafforzamento patrimoniale tramite l’assegnazione di azioni ordinarie di nuova emissione rinvenienti dall’aumento”.
Infine, sono incluse due modifiche tecniche. La prima riguarda il raggruppamento delle azioni nella misura di una ogni 1.000, e la seconda è la proposta di conversione facoltativa delle azioni di risparmio in azioni ordinarie della società.