Mercati – Accelerano al ribasso in clima avversione al rischio, Ftse Mib a -1,8%

I listini continentali si avviano a chiudere le contrattazioni in ribasso, mentre Wall Street non mostra segnali di recupero in avvio dopo le vendite della scorsa giornata, seguite alla riunione della Fed e all’intervento di Jerome Powell.

Intorno alle 15:50 il Ftse Mib arretra dell’l’1,8%, mediamente in linea con il Dax di Francoforte (-1,5%), il Ftse 100 di Londra (-0,5%), il Cac 40 di Parigi (-1,8%) e l’Ibex 35 di Madrid (-2,2%). Oltreoceano i listini usa cedono oltre mezzo punto percentuale.

La Banca Centrale statunitense ha rialzato come previsto i tassi di interesse di un quarto di punto e ha confermato la necessità di ulteriori incrementi anche nel 2019, limitandosi a due rialzi invece dei tre inizialmente previsti. Le parole del presidente Powell non hanno confortato chi si aspettava un rallentamento più marcato nel ritmo delle strette monetarie, nonostante la banca centrale mantenga la facoltà di valutare i dati macroeconomici e non si dica preoccupata dalla volatilità dei mercati.

Sul Forex l’euro/dollaro viaggia in rialzo a 1,144 e il cambio fra biglietto verde e yen scivola a 111,6, dopo che il governatore della Bank of Japan Haruhiko Kuroda ha affermato che lo slittamento dei tassi in territorio negativo non sarebbe un problema, suggerendo la non volontà di ridurre gli acquisti di asset.

Sempre in tema di banche centrali, la Bank of England ha dichiarato di vedere l’inflazione in rallentamento sotto il 2% entro gennaio, aggiungendo che in caso di Brexit ordinata, il rialzo dei tassi sarà graduale. Inoltre, le incertezze legate alla Brexit stanno pesando sui mercati e sull’economia reale, mentre l’outlook sulla crescita globale si sta indebolendo. Da segnalare inoltre il primo incremento dei tassi dal 2011 da parte della banca centrale svedese.

Sull’obbligazionario il rendimento del Treasury statunitense è sceso in area 2,75 per cento. In Europa, lo spread Btp-Bund staziona poco sopra i 250 punti base, dopo la tregua fra Roma e Bruxelles che ha temporaneamente scongiurato la procedura di infrazione ai danni dell’Italia.

Tra le materie prime prosegue la discesa delle quotazioni del greggio con il Brent (-2,6%) a 55,8 dollari e il Wti (-3%) a 46,7 dollari al barile, all’indomani della diffusione dei dati settimanali Eia che hanno evidenziato un calo inferiore alle attese delle scorte Usa ma un nuovo incremento nell’importante hub di Cushing.

A Piazza Affari arretrano banche e servizi finanziari, penalizzati dal contesto generale di risk adversion. Sottotono anche TELECOM ITALIA (-3,4%), dopo che l’Agcom ha lanciato una consultazione pubblica sul piano di separazione rete di TIM e ridefinito il quadro regolatorio con i prezzi di accesso per il periodo 2019-2021.

In calo anche i petroliferi, con SAIPEM (-3,3%), TENARIS (-3,3%) ed ENI (-1,5%) fra i più venduti. Nel frattempo la stessa Saipem ha siglato una lettera di intenti per l’assegnazione di un nuovo ordine di lavoro E&C Offshore per la fase Ramp Up to Plateau del progetto Zohr Field Development del valore di oltre 1,2 miliardi di dollari.

In controtendenza FERRAGAMO (+1,1%), PRYSMIAN (+1%), RECORDATI (+1%) e DIASORIN (+0,8%). Flat GENERALI che ha completato il trasferimento del portafoglio legacy danni della propria branch UK a Compre Group, una tra le principali società specializzate in business dismessi in ambito assicurativo.

In lieve calo le utilities, fra cui SNAM (-0,7%) dopo il completamento dell’acquisizione del 66% della greca Desfa.