Mercati – Pioggia di vendite in Europa all’indomani della Fed, Milano -1,9%

Chiusura in rosso per i listini del Vecchio Continente, mentre Wall Street arretra di oltre un punto percentuale. Il Ftse Mib archivia le contrattazioni in calo dell’1,9% a 18.576 punti, sostanzialmente in linea con il Dax di Francoforte (-1,4%), il Cac 40 di Parigi (-1,8%) e l’Ibex 35 di Madrid (-2%). Perdita più contenuta per il Ftse 100 di Londra (-0,8%).

I benchmark azionari hanno accusato un clima generale di incertezza all’indomani della riunione della Fed che ha rialzato come previsto i tassi di interesse di un quarto di punto e ha confermato la necessità di ulteriori incrementi anche nel 2019, limitandosi a due rialzi invece dei tre inizialmente previsti. Le parole del presidente Jerome Powell non hanno confortato chi si aspettava un rallentamento più marcato nel ritmo delle strette monetarie, nonostante la banca centrale mantenga la facoltà di valutare i dati macroeconomici e non si dica preoccupata dalla volatilità dei mercati.

Sul Forex l’euro/dollaro viaggia in rialzo sopra quota 1,14 e il cambio fra biglietto verde e yen scivola a 111,5, dopo che il governatore della Bank of Japan, Haruhiko Kuroda, ha affermato che lo slittamento dei tassi in territorio negativo non sarebbe un problema, suggerendo la non volontà di ridurre gli acquisti di asset.

Sempre in tema di banche centrali, la Bank of England ha dichiarato di vedere l’inflazione in rallentamento sotto il 2% entro gennaio, aggiungendo che in caso di Brexit ordinata, il rialzo dei tassi sarà graduale. Inoltre, le incertezze legate alla Brexit stanno pesando sui mercati e sull’economia reale, mentre l’outlook sulla crescita globale si sta indebolendo. Da segnalare inoltre il primo incremento dei tassi dal 2011 da parte della banca centrale svedese.

Sull’obbligazionario, il rendimento del Treasury statunitense è sceso in area 2,76 per cento. In Europa, lo spread Btp-Bund staziona in area 250 punti base, dopo la tregua fra Roma e Bruxelles che ha temporaneamente scongiurato la procedura di infrazione ai danni dell’Italia.

Tra le materie prime prosegue la discesa delle quotazioni del greggio, con Wti e Brent in calo tra il 4% e il 5% rispettivamente a 45,8 e 54,7 dollari al barile, all’indomani della diffusione dei dati settimanali Eia che hanno evidenziato un calo inferiore alle attese delle scorte Usa ma un nuovo incremento nell’importante hub di Cushing.

A Piazza Affari arretrano banche e servizi finanziari, in particolare UNICREDIT (-5%) e BANCA MEDIOLANUM (-4,6%), penalizzati dal contesto generale di risk adversion. Sottotono anche TELECOM ITALIA (-4,6%), dopo che l’Agcom ha lanciato una consultazione pubblica sul piano di separazione rete di TIM e ridefinito il quadro regolatorio con i prezzi di accesso per il periodo 2019-2021.

In calo anche i petroliferi, con SAIPEM (-4,6%) e TENARIS (-4,3%) fra i più venduti. Nel frattempo, la stessa Saipem ha siglato una lettera di intenti per l’assegnazione di un nuovo ordine di lavoro E&C Offshore per la fase Ramp Up to Plateau del progetto Zohr Field Development del valore di oltre 1,2 miliardi di dollari.

In controtendenza FERRAGAMO (+1,1%), RECORDATI (+1,5%) e DIASORIN (+0,8%). Contiene la perdita GENERALI (-0,8%), che ha completato il trasferimento del portafoglio legacy danni della propria branch UK a Compre Group, una tra le principali società specializzate in business dismessi in ambito assicurativo.

Poco mosse le utilities, con A2A (+0,7%) ed ENEL (+0,5%) in positivo. Arretra SNAM (-1%), dopo il completamento dell’acquisizione del 66% della greca Desfa.