ll Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un rialzo dello 0,7% e allineato all’analogo europeo (+1%), beneficiando della buona verve del comparto bancario (+2,1%) e uniformandosi sostanzialmente al Ftse Mib (+1,6%).
Nell’ultimo periodo il focus dei mercati è stato rivolto ai possibili impatti sul bilancio pubblico italiano. Alla fine, dopo significativi contrasti e successivi percorsi di avvicinamento, si è giunti ad un’intesa tra Commissione Europea ed esecutivo italiano sulla manovra economica per il 2019, evitando così l’avvio di una formale procedura d’infrazione contro Roma da parte di Bruxelles.
“Il Governo italiano ha fatto molta strada: alcune settimane fa c’è stata una serie di dibattiti un po’ improntati al confronto, nelle ultime settimane è stato dato luogo a una soluzione per il 2019 che ci permette di evitare la procedura di infrazione, a condizione che tutte le misure concordate vengano attuate”, ha affermato il numero due dell’organo europeo, Valdis Dombrovskis.
“La soluzione non è ideale ma evita l’apertura di una procedura per disavanzo eccessivo e corregge una situazione di grave non conformità con il patto di stabilità e crescita C’è un termine perché il Consiglio avvii la procedura per disavanzo eccessivo legata al debito a febbraio: se le cose dovessero andare male potremmo tornare sulla questione a gennaio”, ha aggiunto il vice presidente della Commissione UE.
“All’esito di una trattativa serrata condotta con tenacia e determinazione, abbiamo raggiunto un punto di equilibrio sostenibile, attestandoci su di uno scostamento che rimarca un valore comunque superiore a quello che la Commissione riteneva idoneo”, ha affermato il premier, Giuseppe Conte.
“L’intesa con Bruxelles ha permesso di ridurre il disavanzo ad un valore intorno al 2,04% senza modificare contenuti, platea destinatari e tempi di attuazione degli interventi più importanti. L’obiettivo di deficit è ridotto all’1,8% dal 2,1% nel 2020 e all’1,5% dall’1,8% del Pil nel 2021”, ha sottolineato il presidente del Consiglio.
Nel frattempo, al di la dell’Atlantico la Fed ha aumentato un quarto di punto i tassi di interesse, prospettando però un rallentamento nel ritmo dei rialzi per il 2019.
La giornata sugli scudi del settore creditizio si è riflessa in larga parte anche sui titoli dell’asset management, con denaro su Fineco (+1,9%), Banca Generali (+1,2%) e Anima (+0,8%). Ancora debole Azimut (-0,9%) dopo la notizia delle dimissioni dell’Ad Sergio Albarelli, mentre frena Banca Mediolanum (-1,4%) dopo una gran parte di seduta in progresso, nonostante abbia risolto il contenzioso fiscale in Italia e presenti requisiti patrimoniali già superiori ai minimi fissati da Bankitalia per il 2019.
Tonica Exor (+1,1%), che si è mossa in scia alla performance positiva delle principali controllate quotate.
Nel Mid Cap proseguono le prese di beneficio su Banca Ifis (-1,2%) che annulla i guadagni dell’ultimo mese, mentre continua la risalita di Cerved (+2%). Non accennano a smettere le vendite su doBank (-1,5%), nonostante abbia ricevuto l’incarico per la gestione di 0,3 miliardi di Npl in capo a Carige e inclusi in un portafoglio da circa 1 miliardo oggetti di cartolarizzazione.
Tornano gli acquisti su Banca Intermobiliare (+1%), il cui aumento di capitale si è concluso con adesioni di poco superiori al 79 per cento. Tenta un rimbalzo Banca Sistema (+0,6%), reduce da alcune giornate difficili.